The document discusses a workshop that aimed to raise awareness about engaging African youth in agribusiness as a solution to high unemployment. It specifically focuses on models from Italy and Portugal of short agricultural supply chains that connect local producers directly with consumers. This approach makes farming more attractive to youth and benefits local economies through initiatives like food festivals and tourism. The document then outlines plans to create partnerships between European and African organizations in countries like Algeria and Morocco to map their agricultural products, analyze production methods, and set up collaborations and exchanges applying the short chain models.
Filiera corta a isola della scala verona per sodalitas feb 2014 inglese (1)Claudia Lanteri
This document discusses the structure and cultivation of rice. It begins by describing the different parts of a rice grain, including the husk, caryopsis, aleuronic layer, embryo, and stem. It then provides background on the origins of rice in Asia and its introduction to Europe. The document outlines the two subspecies of Oryza Sativa, including the indica and japonica varieties. It notes rice can grow in various soil conditions but prefers hot climates. Rice fields are typically subject to crop rotation. In summary, the document provides details on the anatomy and cultivation requirements of rice.
Sia i giovani sia gli imprenditori sono invitati a conoscere sem- pre più la realtà europea e quella dei paesi che stanno diventando punti di riferimento dell’economia mondiale . Gli imprenditori in questa ricerca di conoscenza hanno sicuramente più diffcoltà dei giovani che, grazie alla loro conoscenza delle lingue, affrontano con facilità relazioni multilingua e possono iscriversi per qualche periodo anche in Università straniere. Le Università italiane sono in ritardo rispetto a quelle stranie- re nello sviluppo verso i mercati internazionali, anche se Trento rappresenta nel settore una positiva eccezione. Le imprese italiane si sono mosse, fno ad ora, verso i merca- ti internazionali sull’onda della rinomanza del modello italiano e della loro capacità innovativa. Non hanno però creato le neces- sarie strutture forti per presidiare quei diffcili mercati e spesso si trovano in diffcoltà. In quei mercati si sta concentrando lo svi- luppo mondiale e i loro operatori mutuano i comportamenti dalle multinazionali di matrice USA. Le piccole e medie imprese italiane, a causa della loro dimen
The document proposes a new initiative to promote youth employment in the Euro-Mediterranean region through international business networking and partnerships between organizations. It aims to connect professionals aged 18-35 in Algeria, Morocco, and Tunisia with opportunities for work experience in Italy and Spain. Universities, research centers, consultants, and other partners in each country would help select professionals, connect them with host companies, and provide training and support to develop new businesses and partnerships across borders. If successful, it could help reduce unemployment, foster innovation, and strengthen economic ties in the Mediterranean region.
The document discusses a workshop that aimed to raise awareness about engaging African youth in agribusiness as a solution to high unemployment. It specifically focuses on models from Italy and Portugal of short agricultural supply chains that connect local producers directly with consumers. This approach makes farming more attractive to youth and benefits local economies through initiatives like food festivals and tourism. The document then outlines plans to create partnerships between European and African organizations in countries like Algeria and Morocco to map their agricultural products, analyze production methods, and set up collaborations and exchanges applying the short chain models.
Filiera corta a isola della scala verona per sodalitas feb 2014 inglese (1)Claudia Lanteri
This document discusses the structure and cultivation of rice. It begins by describing the different parts of a rice grain, including the husk, caryopsis, aleuronic layer, embryo, and stem. It then provides background on the origins of rice in Asia and its introduction to Europe. The document outlines the two subspecies of Oryza Sativa, including the indica and japonica varieties. It notes rice can grow in various soil conditions but prefers hot climates. Rice fields are typically subject to crop rotation. In summary, the document provides details on the anatomy and cultivation requirements of rice.
Sia i giovani sia gli imprenditori sono invitati a conoscere sem- pre più la realtà europea e quella dei paesi che stanno diventando punti di riferimento dell’economia mondiale . Gli imprenditori in questa ricerca di conoscenza hanno sicuramente più diffcoltà dei giovani che, grazie alla loro conoscenza delle lingue, affrontano con facilità relazioni multilingua e possono iscriversi per qualche periodo anche in Università straniere. Le Università italiane sono in ritardo rispetto a quelle stranie- re nello sviluppo verso i mercati internazionali, anche se Trento rappresenta nel settore una positiva eccezione. Le imprese italiane si sono mosse, fno ad ora, verso i merca- ti internazionali sull’onda della rinomanza del modello italiano e della loro capacità innovativa. Non hanno però creato le neces- sarie strutture forti per presidiare quei diffcili mercati e spesso si trovano in diffcoltà. In quei mercati si sta concentrando lo svi- luppo mondiale e i loro operatori mutuano i comportamenti dalle multinazionali di matrice USA. Le piccole e medie imprese italiane, a causa della loro dimen
The document proposes a new initiative to promote youth employment in the Euro-Mediterranean region through international business networking and partnerships between organizations. It aims to connect professionals aged 18-35 in Algeria, Morocco, and Tunisia with opportunities for work experience in Italy and Spain. Universities, research centers, consultants, and other partners in each country would help select professionals, connect them with host companies, and provide training and support to develop new businesses and partnerships across borders. If successful, it could help reduce unemployment, foster innovation, and strengthen economic ties in the Mediterranean region.
La partecipazione al Laboratorio di internazionalizzazione e innovazione d’impresa vale il riconoscimento di 6 CFU (previo sostenimento dell’esame finale).
I contenuti Il laboratorio affronta temi complessi quali: innovazione, internazionalizzazione, comunicazione e progettualità europea. Si propone di costruire cluster tra aziende profit e no profit e valorizzare le specificità e i punti di forza del ...
Visualizza altro
La cooperativa Sociale C.S.I. TRE, impegnata da oltre un anno sulla Social Innovation a Bolzano, ha intrapreso una serie di contatti con la Fondazione GRAPHITECH di Trento (Direttore . Raffaele De Amicis) e con importanti operatori del mercato (centri di ricerca del Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia…) nell’ambito delle nuove tecnologie ITC legate allo sviluppo dei cosiddetti Smart Territory, specificatamente nei settori dell’energia, pianificazione territoriale, trasporti e mobilità finalizzati ad uno sviluppo economico sostenibile
In questo contesto le attività in essere presso la Fondazione Graphitech hanno suscitato particolare interesse . La Graphitech è riuscita in pochi anni e tramite un modesto investimento della Provincia Autonoma di Trento a cogliere le necessità espresse dal territorio dove opera implementando un modello della ricerca analiticamente sostenibile non solo dal punto economico ma anche finanziario.
La professionalità acquisita da Graphitech nel “porre il mercato in presa diretta con la ricerca scientifica” e le positive sinergie instaurate dall’ ing. De Amicis con i centri di ricerca internazionali, potrebbe aprire importanti collaborazioni per l’Alto Adige.
.
Description: The actions will contribute to the implementation of the 2010 Tourism Communication „Europe, the world's No 1 tourist destination“ and ensure a sustainable continuation to initiatives already undertaken under COSME 2014 as well as under EIP.
Objectives:
(1) increasing tourism demand, (2) diversifying tourism offer, (3) enhancing tourism quality, sustainability, accessibility, skills, information and innovation, (4) Improving socio-economic knowledge of the sector and (5) increasing Europe's visibility as a tourist destination as well as of its diverse destinations
Implementation Mode: Calls for Proposals (4), Call for Tender and Framework Contracts (6), Ad-hoc Grants (2)
Sharing cities: le esperienze e le istanze in immagini e parole FPA
"Sharing City, dalla visione alle realtà. Esperienze e soggetti dell'economia collaborativa": il Report del LIS - Laboratorio Innovazione Sociale "Margherita Hack" . Lo scorso 25 maggio nell'ambito FORUM PA 2016 ha ospitato un pomeriggio di lavori dedicato al confronto tra le esperienze di sharing economy già attive sui territori italiani, il legislatore, la PA locale e la rappresentanza del nuovo prosumer, alla luce della proposta di legge sulla sharing economy in discussione. Buona lettura!
Le nuove frontiere della bilateralità in Lombardia. Un rapporto di ricerca commissionato da ELBA per studiare, attraverso la metodologia degli scenari, come cambierà la bilateralità nel prossimo decennio
Smart Work Srl Crea Reti commerciali per le reti d'impresa.
Il documento in allegato fa un po0 do chiarezza su questo istituto
Fonte: Camera di Commercio di Milano
per informazioni su Smart Work e le reti: contatto@smartworkgroup.com
Dalla Sharing Economy all'Economia CollaborativaKilowatt
La ricerca - promossa da Fondazione Unipolis, Legacoop Generazioni e realizzata da SocialSeed - analizza l' impatto e le opportunità della sharing economy nel mondo cooperativo.
La partecipazione al Laboratorio di internazionalizzazione e innovazione d’impresa vale il riconoscimento di 6 CFU (previo sostenimento dell’esame finale).
I contenuti Il laboratorio affronta temi complessi quali: innovazione, internazionalizzazione, comunicazione e progettualità europea. Si propone di costruire cluster tra aziende profit e no profit e valorizzare le specificità e i punti di forza del ...
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La cooperativa Sociale C.S.I. TRE, impegnata da oltre un anno sulla Social Innovation a Bolzano, ha intrapreso una serie di contatti con la Fondazione GRAPHITECH di Trento (Direttore . Raffaele De Amicis) e con importanti operatori del mercato (centri di ricerca del Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia…) nell’ambito delle nuove tecnologie ITC legate allo sviluppo dei cosiddetti Smart Territory, specificatamente nei settori dell’energia, pianificazione territoriale, trasporti e mobilità finalizzati ad uno sviluppo economico sostenibile
In questo contesto le attività in essere presso la Fondazione Graphitech hanno suscitato particolare interesse . La Graphitech è riuscita in pochi anni e tramite un modesto investimento della Provincia Autonoma di Trento a cogliere le necessità espresse dal territorio dove opera implementando un modello della ricerca analiticamente sostenibile non solo dal punto economico ma anche finanziario.
La professionalità acquisita da Graphitech nel “porre il mercato in presa diretta con la ricerca scientifica” e le positive sinergie instaurate dall’ ing. De Amicis con i centri di ricerca internazionali, potrebbe aprire importanti collaborazioni per l’Alto Adige.
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Description: The actions will contribute to the implementation of the 2010 Tourism Communication „Europe, the world's No 1 tourist destination“ and ensure a sustainable continuation to initiatives already undertaken under COSME 2014 as well as under EIP.
Objectives:
(1) increasing tourism demand, (2) diversifying tourism offer, (3) enhancing tourism quality, sustainability, accessibility, skills, information and innovation, (4) Improving socio-economic knowledge of the sector and (5) increasing Europe's visibility as a tourist destination as well as of its diverse destinations
Implementation Mode: Calls for Proposals (4), Call for Tender and Framework Contracts (6), Ad-hoc Grants (2)
Sharing cities: le esperienze e le istanze in immagini e parole FPA
"Sharing City, dalla visione alle realtà. Esperienze e soggetti dell'economia collaborativa": il Report del LIS - Laboratorio Innovazione Sociale "Margherita Hack" . Lo scorso 25 maggio nell'ambito FORUM PA 2016 ha ospitato un pomeriggio di lavori dedicato al confronto tra le esperienze di sharing economy già attive sui territori italiani, il legislatore, la PA locale e la rappresentanza del nuovo prosumer, alla luce della proposta di legge sulla sharing economy in discussione. Buona lettura!
Le nuove frontiere della bilateralità in Lombardia. Un rapporto di ricerca commissionato da ELBA per studiare, attraverso la metodologia degli scenari, come cambierà la bilateralità nel prossimo decennio
Smart Work Srl Crea Reti commerciali per le reti d'impresa.
Il documento in allegato fa un po0 do chiarezza su questo istituto
Fonte: Camera di Commercio di Milano
per informazioni su Smart Work e le reti: contatto@smartworkgroup.com
Dalla Sharing Economy all'Economia CollaborativaKilowatt
La ricerca - promossa da Fondazione Unipolis, Legacoop Generazioni e realizzata da SocialSeed - analizza l' impatto e le opportunità della sharing economy nel mondo cooperativo.
Azzolina intervento Terziario Donna Lab, giov20 ott16Michela Moriggi
Intervento di Laura Azzolina, Università di Palermo, durante l'evento Terziario Donna Lab tenutosi a Palermo il 20-21-22Ottobre
Argomento trattato:
"Le opportunità della cooperazione nelle reti di Impresa"
Soluzioni Futura a Università di parma 20 maggio 2015Soluzioni Futura
Il nostro Chief Technology Office Valerio Versace questa mattina ha tenuto una lezione ai ragazzi della Facoltà di Economia dell' Università degli Studi di Parma per il laboratorio "Cooperative What We Are" di Legacoop Emilia Ovest sul perché fare impresa con la cooperativa conviene e come può favorire l'innovazione.
La cooperativa è un network naturale, in cui imprese di settori diversi operano secondo dinamiche non concorrenziali o di collaborazione attiva tramite logiche di sistema. Questo network può alleviare o risolvere i problemi esistenti, e contemporaneamente costituire un’opportunità rispetto alle imprese non cooperative.
www.soluzionifutura.it
Nuove competenze imprenditoriali per migrantiClaudia Lanteri
L'idea del progetto è nata dalle esperienze precedenti dei partner e dalle discussioni sul ruolo che i migranti possono svolgere nella riduzione della disoccupazione in Europa e sul loro potenziale di diventare imprenditori nei Paesi che li ospitano.
Un rapporto del Piano d'azione per i migranti 2021-2027 ha rilevato che il tasso di disoccupazione dei cittadini nativi dell'UE-27 è costantemente inferiore a quello dei migranti (12,3%) e secondo il Global Entrepreneurship Monitor (GEM), l'imprenditorialità è più diffusa nei Paesi con divari di reddito più significativi, come i Paesi partner. Secondo la ricerca di Mark Hart e Tomasz Mickiewicz, i migranti sono più propensi ad avviare imprese rispetto ad altri gruppi.
PROBLEMI DI RAZZISMO E INCLUSIONE Arrivando nei Paesi europei, i migranti devono affrontare altri problemi altrettanto gravi. L'esclusione sociale e il razzismo sono due di questi. Pertanto, per queste persone è difficile trovare nuove opzioni e nuove opportunità di lavoro.
Riteniamo che, creando start-up innovative sull'Industria 4.0 o sull'intelligenza artificiale, il progetto miri ad aiutare i migranti ad entrare nel mercato del lavoro. Essi continueranno a sviluppare le competenze acquisite durante la formazione del progetto ricevendo subappalti da aziende locali per un'integrazione a lungo termine nella società locale.
Entrepreneurship competences in I4.0 and A.I lead migrants to inclusionClaudia Lanteri
The objectives oft he project are:
- migrants skilled in entrepreneurship in innovative sectors (such as industry 4.0 or artificial intelligence) by providing them with educational materials made by migrants from the same country of origin
- reducing migrant unemployment by giving them jobs or by offering subcontracts to their social enterprises
- make migrants feel more included in local society thanks to the connections between entrepreneurs and migrants
Claudia Lanteri has over 30 years of experience working in banking and as a consultant. She has managed numerous European projects involving multiple countries. Her skills include project management, marketing, innovation, and using various computer programs and social media platforms. She is proficient in Italian, English, and German.
The Slow Tourism Alto Adige Association is a non-profit organization founded in 2014 in Bolzano, Italy. It aims to promote sustainable tourism through eco-friendly itineraries and cultural experiences. The association has offices in Bolzano, Verona, and Messina, and is run by 6 volunteers and 2 paid staff with expertise in fields like project management, finance, marketing and more. It has coordinated several European projects on topics such as rural entrepreneurship, responsible consumption, and social inclusion.
The project had its fundamentals from the OCSE Manual “A guide for local
governments, communities and museums ” that explains the importance and effect
on local community of transforming a museum from a place to visit into a “living
museum”, seen from the citizens and local government like the central point of the
local development.
Il progetto ha avuto le sue basi dal Manuale OCSE "Guida per i governi locali, le
comunità e i musei", che spiega l'importanza e l'effetto sulla comunità locale della
trasformazione di un museo da un luogo da visitare in un "museo vivente", visto dai
cittadini e dal governo locale come punto centrale dello sviluppo locale.
The project started in October 2020 and was implemented in the territory of 7 countries with 10 project partners.
The EFYRA project aimed to address one of the biggest challenges facing rural Europe: the outflow of
young people from rural areas.
5 thematic events were organized during the project implementation. Some of the main reasons identified at the EU level are the lack of diverse employment opportunities, limited access to services, underdeveloped infrastructure, and lack of connectivity,
which together make rural areas less attractive as places to live and work
The Slow Tourism Alto Adige Association is a non-profit organization based in Bolzano, Italy that promotes sustainable tourism. It has offices in Bolzano, Verona, and Messina. The association's goals are to promote eco-tourism, cultural heritage, and a slow lifestyle. It has coordinated several European projects on topics like sustainable tourism, entrepreneurship, and social inclusion. Key staff have expertise in fields such as project management, education, finance, sustainable development, immigration, and culture.
The document provides information about using Google tools to create a nonprofit website and organization. It lists steps and tutorials for making a website using Google Sites and includes links to YouTube tutorial videos. It also lists tools for forms, email, meetings, file storage and sharing that Google offers free or at low cost for nonprofits.
Agenda for the 4th EFYRA event
Europe’s rural areas have one common problem, and that is the migration of the young people. The purpose of the project is to identify the causes of migration in each partner area. Through a joint discussion and active workshops project partners will try to analyze and identify the reasons of migration.
1. REPORT FINALE del “LABORATORIO IN SOCIAL
INNOVATION”:
Le reti d’impresa nella realtà delle cooperative nel
veronese: fattori di innovazione.
GRUPPO: Marta Facci (lavoro singolo). Matr. 168127
MOTIVAZIONI: Le ragioni che mi hanno spinta ad approfondire la tematica
delle cooperative in relazione alle reti d’impresa sono molteplici. Parto dal fatto
che prima di partecipare al laboratorio di social innovation sapevo ben poco
della realtà cooperativa e delle sue potenzialità e sentendone parlare in
maniera più approfondita la questione ha suscitato il mio interesse. Ero curiosa
di capire in maniera più concreta come funzionasse quella realtà soprattutto nel
contesto in cui vivo, ovvero Verona. Posso dire che l’idea è maturata molto
anche grazie al confronto con gli altri partecipanti al laboratorio e che quindi in
questo percorso la discussione sia stata decisamente costruttiva e centrale.
PROGETTO SCELTO: Il progetto scelto riguarda la realtà delle cooperative nel
veronese, capirne il funzionamento e l’apporto innovativo sul territorio
ATTIVITA’ SVOLTE: intervista al dott. Davide Mantovanelli (Legacoop)
2. “ABSTRACT”:
La realtà delle cooperative nel territorio di Verona è decisamente diffusa e
concreta tanto che può essere definita come uno dei centri nevralgici della
cooperazione a livello nazionale, dunque, prima di parlare delle cooperative in
relazione alle reti d’impresa è bene dare uno più sguardo generale a questa
realtà. Sul territorio veronese sono presenti più di 1000 cooperative, 1030 per la
precisione, e rispetto a quanto troviamo sul territorio nazionale si può dire che
siano
una
realtà
ben
radicata.
Esse
sono
distribuite
abbastanza
omogeneamente su tutto il territorio e nella sua totalità il settore dà lavoro a
circa 100.000 persone. Le cooperative operano in una molteplicità di settori; ci
sono quelle che hanno come fine la produttività e il fatto di fornire lavoro a un
determinato numero di dipendenti, poi ci sono le cooperative agricole, quelle
impiegate nei servizi (come ad esempio logistica e pulizia) e infine ci sono le
cooperative sociali che invece sono orientate al fornire servizi assistenziali. Per
quanto riguarda la realtà veronese possiamo dire che essa abbia una
vocazione prevalentemente agricola visto anche il suo territorio, non per questo
però non sono ben sviluppati anche altri settori della cooperazione come ad
esempio la logistica e la parte inerente alle cooperative sociali che forniscono
servizi assistenziali.
Dando uno sguardo al sistema cooperativo in generale per quanto riguarda
Verona esso fa capo a tre centrali principali:
1. Legacoop
2. Confcooperative
3. AGCI
Il fatto di fare capo a tre centrali ha ragioni storiche ben fondate e radicate. La
nota distinzione tra cooperative “bianche” e cooperative “rosse”, in base alla
parte politica a cui aderivano, spiega in buona parte la ragione di questa
divisione (la Legacoop ad esempio ha una tradizione più “operaia”). Questa
divisione talvolta risulta dannosa per la realtà della cooperazione perché si
3. perdono chiaramente i vantaggi che si otterrebbero da un sistema unitario
com’è invece quello trentino. Il caso trentino meriterebbe un capitolo a parte
vista la sua unicità su tutto il territorio nazionale, ma visto che non è questa la
sede basterà elencarne alcune delle caratteristiche più salienti per evincere la
sua peculiarità. Esso, superate le divisioni che caratterizzano il sistema
cooperativo italiano, ha costruito un sistema capillare di cooperative che fanno
capo ad un'unica centrale riducendo dispendio inutile di energie privilegiando
invece un sistema più sinergico. E’ importante vedere i tratti caratterizzanti del
caso del trentino perché esso è così ben funzionante che, non a caso, funge da
vero e proprio modello. A livello nazionale si sta cercando di riportare ad unità
tutte le suddivisioni che rendono più difficoltosa la cooperazione attraverso, ad
esempio, la costituzione ad esempio dell’ A.C.I. (Alleanza delle Cooperative
Italiane); si tratta però di un processo lungo e difficoltoso di certo non privo di
resistenze al cambiamento. Il caso trentino è senza dubbio però un esempio di
innovazione radicale verso cui anche il resto del Paese dovrebbe avviarsi.
Torniamo ora a parlare del caso di Verona, abbiamo dunque detto che la realtà
delle cooperative è ben presente sul territorio e che tra i settori c’è
indubbiamente una forte vocazione agricola. Una cosa che si riscontra però è la
scarsa di capacità di fare rete. Ci avviciniamo dunque al cuore della trattazione.
Di per sé le cooperative molto spesso ottengono performance migliori rispetto
alle imprese tradizionali e questo perché tra gli obiettivi viene data la priorità alla
conservazione del posto di lavoro e non al profitto. Se contestualizziamo poi, a
partire dal 2008, quindi da quando è esplosa la crisi economica, la realtà delle
cooperative ha presentato una tenuta maggiore rispetto alle imprese
tradizionali. Non che le cooperative non abbiano risentito degli effetti della crisi,
anzi, proprio per il fatto che non sono orientate al profitto hanno risentito molto
spesso di problemi di sottocapitalizzazione (nelle cooperative infatti l’utile viene
per il 30% messo a riserve legali, per il 3% viene dato al fondo mutualistico
nazionale e per il 66% viene dato o ai socio o viene messo a riserve). E’ proprio
nel contesto della crisi economica che emerge la realtà delle reti d’impresa
anche tra le cooperative. Il modello di rete è precedente rispetto alla crisi, era
già stato proposto, tuttavia non aveva riscosso molto successo perché il fare
rete risulta comunque impegnativo e non privo di ostacoli.
Di base, com’è
4. naturale, ognuno tenderebbe a “fare per se stesso”. Dunque, anche se la
proposta sembrava innovativa e risolutrice nella realtà ha incontrato parecchi
freni e gli entusiasmi iniziali si sono presto raffreddati.
Guardiamo la questione un attimo dal punto di vista tecnico, ci sono
sostanzialmente due modi di fare rete d’impresa:
1- Si mette insieme il capitale. In questo caso si ottiene più fatturato e si
può partecipare a più gare.
2- Non si mette insieme il capitale. In questo caso la rete viene formata solo
tramite una scrittura privata.
La prima modalità sembra dare più risultati ma è decisamente più macchinosa
perché comporta atti notarili e una serie di pratiche burocratiche che
scoraggiano le imprese (in questo caso le cooperative) dal fare rete. La
seconda modalità viene adottata soprattutto dalle cooperative sociali, è più
blanda ma appunto più snella e per questo è stata adottata molto più
frequentemente di quanto sia stato adottato il primo modello. La mancanza di
“leggerezza” del modello di rete d’impresa è stata la principale causa del
fallimento momentaneo di questo tentativo. Un’altra modalità di collaborazione
tra imprese che non è una rete ma è stata comunque utilizzata è l’ATI
(associazione temporanea d’impresa), in questo modo più imprese stanno
temporaneamente insieme per partecipare a gare ed appalti.
Il sistema di rete d’impresa è tornato alla ribalta poi con la crisi economica come
già detto. Le ristrettezze economiche e i ridimensionamenti dovuti alla crisi
hanno fatto sì che per le cooperative sorgesse una vera e propria esigenza di
mettersi insieme per tentare di uscire dalla crisi economica. Ecco che emerge
quindi la rete come sistema innovativo, come unica via di sopravvivenza per
quelle cooperative, soprattutto piccole, che da sole non riescono a far fronte alla
situazione economica attuale.
Per comprendere meglio le potenzialità della rete di cooperative nell’intervista
fatta al dott. Davide Mantovanelli, presidente della Legacoop a Verona, è stato
chiesto se la vedesse come un modello di innovazione concreto per il futuro. La
sua risposta è stata che nonostante il contesto italiano, fatta eccezione per il
5. caso trentino, sia caratterizzato da una certa “polverizzazione”, la rete può
essere effettivamente una soluzione per il futuro di tante cooperative perché
appunto ne aumenta le potenzialità che da singole non avrebbero. Secondo lui
la ragione per la quale fino ad ora il modello non abbia riscosso tanto successo
risiede nel fatto che il modello di rete, come già detto, non è esattamente snello
e le pratiche che richiede sono abbastanza macchinose, inoltre, secondo la sua
opinione, nonostante le iniziative che si sono svolte sul territorio per
approfondire la tematica quanto meno a livello provinciale, probabilmente ci
sono state delle lacune comunicative.
Nel dimostrare qualche applicazione di successo delle reti ha fatto l’esempio
della cooperativa San Marco di Peschiera. Questa cooperativa sociale che si
occupa di impiegare in attività produttive persone portatrici di handicap, ha
stipulato una rete d’impresa con l’azienda di trasporti locale per far sì che le
persone con disabilità potessero muoversi più agevolmente sul territorio. Grazie
alla creazione della rete, mettendo insieme le forze di entrambi, sono riusciti a
vincere un appalto e a far sì che il loro progetto andasse a buon fine.
Con le reti d’impresa diventa possibile la collaborazione tra imprese
(cooperative) appartenenti a settori diversi, non solamente allo stesso settore,
in questo modo diventa possibile creare delle sinergie che portano a risultati
che altrimenti molto difficilmente potrebbero essere raggiunti. Qui sta
indubbiamente il maggiore fattore di innovazione, nel fatto di riuscire ad
utilizzare le rispettive “skills” in modo tale da raggiungere un maggior vantaggio
reciproco per se stessi e poi, soprattutto nel caso delle cooperative, per la
comunità e per il territorio in cui si agisce.
Sarebbe indubbiamente interessante riuscire a portare in una realtà come
Verona un modello più integrato come quello Trentino per far sì che la
capillarità dell’azione e l’unità facilitino anche la creazione di reti tra le
cooperative. Naturalmente un sistema unitario sarebbe terreno più fertile di
collaborazione rispetto ad uno più frammentato. La cosa che trovo più
interessante è la possibilità di una collaborazione “intersettoriale”, credo che lo
scambio di informazioni e di abilità sia la forza vera della rete.