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Tissaferne: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Tissaferne era venuto a caldeggiare l'intervento dei Peloponnesiaci, cui prometteva i mezzi di sussistenza. Gli era capitata addosso da poco la richiesta regia dei tributi prescritti al suo governatorato: ma, impedito dagli Ateniesi, non aveva riscosso nulla dalle città greche, ed era perciò in debito. Tormentando Atene, sperava di percepire i propri tributi con maggior comodo e regolarità. In aggiunta avrebbe procurato al suo sovrano l'alleanza di Sparta oltre a potergli assicurare; in obbedienza a un comando personalmente impartito dal re, Amorge figlio illegittimo di Pissutne, che in Caria fomentava la rivolta: vivo o morto.|Tucidide, VIII, 5}}
 
[[ImageFile:Aiol-ion-dorColonie şehirlerigreche eoliche ioniche doriche in Anatolia.jpgsvg|thumb|Le città greche in Anatolia alleate di Atene e obbiettivo di conquista di Tissaferne. In blu sono segnate le colonie ioniche, in rosso quelle doriche, in giallo le eoliche]]
 
Nello stesso tempo Tissaferne prese contatti anche con i cittadini di Chio i quali, consci della debolezza di Atene, intendevano ribellarsi e, grazie alla sua influenza, li indusse ad inviare ambasciatori a Sparta<ref name= Tucidide8.5 />.
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Con l'anno nuovo, gli Spartani, poco convinti del trattato precedente stipulato da Calcideo, ritenuto troppo poco vantaggioso nei loro confronti<ref>{{Cita|Tucidide|VIII, 37}}.</ref>, strinsero una nuova intesa con Tissaferne nei seguenti termini:
 
{{Citazione|Convenzione degli Spartani e dei loro alleati con il re Dario, con i figli di Dario e con Tissaferne. Si negoziano una pace e un accordo di amicizia ai patti seguenti. Quante contrade e città sono possesso del re Dario o del padre suo e degli antenati, contro di esse non muoveranno guerra, né faranno atti d'ostilità, gli Spartani o gli alleati di Sparta. Proibito per Sparta e per i suoi alleati esigere tributi dalle suddette località. Analogamente il re e la gente dei suoi domini si asterrà dal portare la guerra o dall'infliggere danni agli Spartani e agli alleati di Sparta. Se gli Spartani o i loro alleati saranno nella necessità di ricorrere all'assistenza del re o, viceversa, il re all'aiuto di Sparta o degli alleati, le potenze raggiungano un punto d'accordo e vi si attengano stimandolo legittimo. Le parti condurranno in comune la guerra contro Atene e contro i suoi alleati. Cesseranno insieme le ostilità quando eventualmente si decida la pace. Tutte le milizie che il re chiamerà ad operare sul proprio territorio saranno mantenute a spese del re. Se una qualunque città tra quelle che hanno sottoscritto la convenzione con il re attaccherà i domini del re, gli altri la respingano e difendano il re con tutte le proprie forze. Se qualche città del territorio del re, o sottomessa al suo dominio, alzerà le armi contro gli Spartani o gli alleati, il re lo impedisca, e accorra alla difesa con ogni forza.|Tucidide, ''Guerra del Peloponneso'', VIII, 37}}
 
Tuttavia, neppure questo secondo accordo soddisfò gli spartani che dopo alcuni mesi iniziarono a metterlo in discussione anche perché pochi accettavano di cedere l'intera Ionia al Gran Re.