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Squillace: differenze tra le versioni

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== Storia ==
=== Le origini ===
Le sue origini si perdono nel lungo trascorrere del tempo, mentre la leggenda conferisce ada [[Ulisse]] la fondazione della città. Il Rere di [[Itaca]], mentre stava tornando a [[Troia]], approda, dopo una tempesta, in una zona pianeggiante tra il [[Corace (fiume)|fiume Corace]] e il fiume Alessi, qui avrà origine Squillace. Altre fonti storiche vedono in [[Menesteo]] il fondatore della città. Il primo nome che si conosce del comune è Skyllation, località che divenne un importante centro di comunicazione e un porto militare e commerciale di grande importanza. Il suo porto viene perfettamente descritto da [[Virgilio]] nell<nowiki>'</nowiki>''[[Eneide]]'': “...''. Hinc sinus Hercules si vera est fama Tarenti cernitur, attolit se diva Lacinia contra. Caulonisque arces et navifragum Scylaceum ..."''<ref>Trad. Lat " .... ''di qui si scorge il golfo di Taranto sacro ad Ercole, se è vero quanto si dice, e di fronte si erge la dea Lacinia e le rocche di Caulon e Scylaceum che infrange le navi''."
Virgilio, ''Eneide'' , III, 551-553.
</ref>
 
La città non riuscì mai ada essere autonoma, prima dipendente da [[Kroton]], poi conquistata da [[Dionigi di Siracusa]], fu sottoposta a [[Locri]]. Alla fine della [[seconda guerra punica]], fu conquistata da [[Roma]], e, nel sito dell'antica città greca, venne successivamente organizzata come [[colonia romana]]. Tra il 123 ede il 122 a.C. la città greca di Skillation diventava la romana [[Scolacium]], il cui nome completo era “''Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium''”. Scolacium non venne costruita sopra la struttura greca ma accanto: la nuova città si presentava con la forma classica delle città romane con un [[cardine (storia romana)|cardo]] e un [[decumano]] con il foro, le terme, l'anfiteatro, il teatro gli acquedotti e i vari templi. Così la città perse il suo ruolo di porto militare e commerciale, ma divenne snodo fondamentale per la comunicazione viaria: un unico passo, di semplice accesso, tra la costa [[Mar Ionio|ionica]] e la costa [[Mar Tirreno|tirrenica]]. Il passaggio di [[Spartaco]], che con 60. 000 ribelli saccheggiò il [[Bruttio]], mettendo a ferro e fuoco Scolacium, la costrinse ada un successivo recupero durato circa un secolo. Con l'avvento del [[Cristianesimo]] a Scolacium nel 71 d.C., grazie all'intercessione del Vescovovescovo di [[Reggio Calabria]], venne aperta una [[diocesi]] . La Scolacium cristiana, con il passare degli anni si consolidò così tanto, da diventare guida delle diocesi calabresi.
 
=== Cassiodoro e Squillace medioevale ===
Le coste calabresi, non più difese dalle legioni romane, vennero prese d'assalto dai [[Saraceni]], costringendo gli abitanti delle coste a ritirarsi sulle colline circostanti: questo accadde anche a Scolacium, dove i suoi abitanti fondarono, a 15&nbsp;km dal mare e su una collina di 360&nbsp;m, Squillace. L'espansione della città, stimolata dalla [[diocesi]], non si fece attendere, facendo rifiorire in Squillace il centro religioso di un tempo, incrementando il turismo grazie al bel clima e al paesaggio sublime. Squillace ha dato i natali in questo periodo ada un personaggio illustre in tutto il mondo, sicuramente il più illustre nella millenaria vita della "Calabria", [[Flavio Magno Aurelio Cassiodoro]], l'ultimo dei romaniRomani e il primo degli italianiItaliani. [[Cassiodoro]], nato nel 485 d.C. a Squillace secondo il compilatore di quest'articolo, ma nel 480 secondo le fonti storiche<ref>''Cit. Bibl : "De scriptoribus ecclesiasticis"'' di Giovanni Tritemio.</ref>.
 
Già da giovanissimo è “''Consiliarius''” del padre, il quale, esercitando allora la prefettura, divenne, forse, il primo maestro nell'arte del governo: sappiamo, infatti, che il suo genitore fu esemplare ed esperto funzionario di re [[Odoacre]]. Nel 507 entra nelle grazie di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] ed è nominato Questore e Segretario del Re e viene insignito del titolo di [[Patrizio (titolo)|Patrizio]]. Nel 514 è [[Console (storia romana)|Console]]. Successivamente seguendo la tradizione di famiglia diventa "''Corrector"'' del ''Bruttio'' e della [[Lucania]]. Morto Teodorico l'impegno politico di Cassiodoro non viene certamente rallentato. [[Amalasunta]] prima, [[Atalarico]] dopo, pongono praticamente nelle mani di Cassiodoro il governo del regno. Nel [[552]] l'ultimo re goto, [[Teia (re)|Teia]], muore a [[Ravenna]], le sue spoglie verranno portate a [[Costantinopoli]] ai piedi dell'imperatore [[Giustiniano]] che voleva assicurarsi della morte del suo acerrimo nemico.
[[File:Gesta Theodorici - Flavius Magnus Aurelius Cassiodorus (c 485 - c 580).jpg|thumb|left|upright=0.8|Cassiodoro]]
Cassiodoro dovette partire in esilio verso la nuova capitale del mondo, [[Costantinopoli]], dove accentuò il suo pensiero politico auspicando un'unione tra la cultura [[pagani|pagana]] e [[cristiani|cristiana]], tra la civiltà occidentale ede quella orientale. Giustiniano nel [[554]] riuscì ad annettere, l'[[Italia]] all'[[Impero Romano d'Oriente]], l'[[Italia]], che però mantenne gran parte della giurisdizione preesistente; si riscontra sicuramente la mano di Cassiodoro in questa scelta: per riuscire ada unire due mondi c'era bisogno di alcuni compromessi, e dell'assenza di conflitti. Cassiodoro, però, si rese conto che era solo una utopia unire le tradizioni Barbarebarbare con quelle Romaneromane. Il nuovo equilibrio, dettato dalle armi bizantine, pose completamente fine all'illusione in cui Cassiodoro aveva lavorato tutta la vita. Decide così di ritirarsi dall'attività politica e di tornare in Italia; la sua nuova sede sarà la terra d'origine della sua famiglia: Scolacium.
 
Il calabrese tornato nella sua terra natia è deciso a consacrare le sue energie alla pietà e allo studio. Verso l'anno [[555]], presso alcuni vivai fonda il [[Monastero di Vivario]]. Se nello sforzo politico di conciliazione e integrazione fra popolo romano e mondo goto aveva lanciato il coraggioso appello: “Audiat uterque populus quod amamus”<ref>Trad. Lat : ''"Ascoltate tutti coloro che amate''"</ref>, d'ora in poi dal Vivarium diffonderà lo stesso messaggio, però rivolgendosi non alla cerchia ristretta di due popoli, ma all'umanità intera: il suo ideale è diventato più nobile e universale, quanto più la cultura è superiore alla politica, e lo spirito alla materia. Cassiodoro non sarà più il ministro di un Rere, un servitore dello Stato, un governatore o un diplomatico: diventerà ministro di un'altra potenza che ha per missione il dominio dello spirito, il santuario della coscienza, la difesa della verità per dirigere l'uomo al fine supremo per cui è stato creato.
 
Il cittadino di SquIllace comprende che non è l'integrazione tra Roma e i barbari che permetterà alla romanità di sopravvivere, ma la fusione della romanità con la Chiesa di Cristo, dall'armonizzazione della cultura profana con quella religiosa. Il [[Vivarium]] è una specie di “''urbs religiosa''”, "città religiosa", nella quale, sotto la guida di due superiori religiosi, oltre all'ideale della vita contemplativa, si cerca un'efficace conciliazione tra spirito e profano. Viene lasciata ai monaci la maggiore libertà nella preghiera e nella scelta degli interessi. In questo famoso [[cenobio]], [[Cassiodoro]] istruiva i suoi monaci alla pietà con continui esercizi spirituali, allo studio delle lettere, e delle scienze sacre e profane, procurando di trasmetterle ai posteri col magistero dell'insegnamento e con il trascrivere codici dai calligrafi. Vi raccolse perciò i tesori della sapienza degli antichi, ede istituì una un'accademia di studi divini ede umani, simili a quella che ai giorni nostri, prende il nome di Università. L'ideale enciclopedico romano divenne cristiano: nasce così l'esigenza di una biblioteca che fu, per quei tempi estremamente completa, pagana e cristiana, latina e greca. La biblioteca era ricca di codici pregevolissimi, molto ben divisa e disposta secondo le varie scienze. Anzitutto c'era la [[Sacra scrittura|Sacra Scrittura]], accanto ada essa vi erano i 22 libri della Antichitàdell'antichità Giudaicagiudaica e centinaia di altri che trattavano di religione. La struttura fu arricchita di molti libri che trattavano di [[cosmografia]], vi erano le opere di [[Giulio Oratore]] di [[Macellino Illirico]], il famoso codice di [[Claudio Tolomeo|Tolomeo]].
 
Seguivano le opere di filosofia e di agraria perché i monaci diventassero intelligenti agricoltori: sono ricordati i trattati di [[Marco Valerio Marziale|Marziale]], del Columella e di Emiliano. Per i monaci addetti alle cure mediche erano disponibili le opere di [[Ippocrate di Coo|Ippocrate]], di [[Aurelio Celio]], la [[Terapeutica]] di [[Galeno]] e l'[[Erbario]] di [[Dioscoride]]. Non potevano sicuramente mancare diverse opere di Aristotele con la traduzione di [[Anicio Manlio Torquato Severino Boezio|Boezio]]. Dalle esigenze culturali e spirituali della comunità del Vivariense nasce la ricchissima produzione letteraria di [[Cassiodoro]] negli ultimi decenni della sua vita e trattasi di almeno 9 delle 13 o più opere da lui scritte. Grazie a lui possiamo conoscere come poteva essere la Squillace del tempo: ”''Squillace la prima tra le città dei Brutti, che si crede sia stata fondata da [[Ulisse]] il distruttore di Troia... è posta nel golfo dell'Adriatico... sta come un grappolo d'uva sospeso ai colli; né si solleva in alto con erta malagevole, se non per osservare con piacere i campi verdeggianti e la cerulea superficie del mare…. Guarda il sole quando spunta sull'orizzonte, senza bisogno che l'aurora lo annunci; giacché non appena vibra i suoi primi raggi, tosto mostra tutto il suo luminoso disco. Essa mira [[Febo (mitologia)|Febo]] che si rallegra di riflettere colà la chiarezza della sua luce; di che superando la stessa [[Rodi]], con più di ragione può appellarsi la patria del sole''...”.
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=== Nascita e caduta del Principato di Squillace ===
[[File:Interno del castello di squillace.JPG|thumb|Interno del castello di Squillace]]
Grazie alla sua posizione strategica Squillace continuava ada essere nel mirino dei [[Saraceni]]. Subiva ripetute incursioni, ede anzi, per un certo periodo fu dominata dagli Arabi, che ne fecero una temibile base militare. Dopo un breve dominio cadde sotto l'egemonia [[Normannanormanna]]. La sua funzione strategica militare, già riconosciuta dai greciGreci, venne confermata anche dai [[Normanni]], che, nel [[1044]] vi costruirono un forte - castello, trasformandola in contea munita di insediamento.
 
=== L'assedio ===
Nel periodo normanno, Ruggero volle cingere d'assedio Squillace, la quale era tenuta a presidio dei soldati, e contemporaneamente chiamare l'esercito di [[Alagona|Blasio d'Alagona]] : il tentativo di assalto fallì, confermando ai Terrazzani di possedere una città ben difesa. Così, resisi conto di essere superiori in numero rispetto alle truppe del presidio, uscirono e s'allontanaro temerariamente per dare caccia ai nemici. [[Ruggiero di Lauria]], che invano si impegnava a combattere per la terra dal mare, fece sbarcare i soldati ede occupò quel luogo, tra i cittadini usciti del presidio della Città, e [[Alagona|Blasio]], che avendo ricevuto i rinforzi del Ruggero rinnovò la battaglia, trovandosi i Terrazzani chiusi in una morsa: fu una carneficina. Non vi fu casa in Squillace ove non fosse un morto in quella giornata: dei soldati del presidio si salvarono pochissimi. La città restò tanto spaventata al loro ritorno che [[Pietro Ruffo]], Signore per antica nobiltà di sangue illustre, il quale pensando di vivere in pace non aveva previsto la possibilità di un lungo assedio. Pur i Terrazzani che l'amavano, lo confortarono promettendo di voler morire tutti sotto la bandiera sua, ma il buon Signore volle assicurarsi, per cui mandò emissari a [[Reggio Calabria|Riggio]] per patteggiare con [[Federico III d'Aragona|Re Federico]], e così si promise che se fra quaranta giorni, l'esercito di [[Carlo II d'Angiò|Re Carlo]] non veniva a soccorrere, si sarebbe arreso.<ref>[[Angelo di Costanzo]], ''Istoria del regno di Napoli'', Società Tipografica dei Classici Italiani, Milano 1805</ref>
 
=== Le Casate, la Contea, il Principato e il Marchesato ===
[[File:Squillace dopo il terremoto del 1783.jpg|miniatura|248x248px|Squillace e dintorni dopo il terremoto del 1783 nell'[[Atlante Geografico del Regno di Napoli]].]]
Squillace passa prima a [[Roberto d'Angiò]] e poi ai conti [[Monfort]], poi, per circa 150 anni, fu dominata dalla Signoria dei [[Marzano (famiglia)|Marzano]]. Da Contea nel [[1485]] la città divenne [[Principato (diritto)|Principato]], di cui [[Federico I di Napoli]] d'[[Aragona]] ne fu re. Squillace, poi, grazie al matrimonio tra la figlia di re Federico e [[Goffredo Borgia]], passa sotto la casata dei Borgia. La cittadina sperava che con l'avvento dei Borgia potesse tornare a splendere di luce propria; non fu così, e, nel [[1630]] un terremoto colpisce Squillace e le città vicine, nel [[1648]] un'incursione [[Saraceni|saracena]] ne accelera la crisi demografica e la decadenza. Dopo gli avvenimenti della prima metà del Seicento, i Borgia abbandonarono Squillace alla desolazione, infatti, nel piano di ricostruzione, il castello, che dominava la zona, venne ristrutturato male, preferendovi la costruzione di un carcere. I Borgia che governeranno sino al [[1730]], impegnati a [[Roma]], lasciarono Squillace alla famiglia De Gregorio che la tennero sino al [[1802]]. Il principato venne ridotto a [[Marchesato]], e, con l'avvento di [[Pestilenza|pestilenze]] e di nuovi terremoti, il degrado fu inevitabile; è però documentata, in questo periodo, la presenza di cave di [[molibdeno]].<ref>{{Cita|gcandida-molibdeno}}.</ref> Nel [[1783]], sotto l'impeto di un nuovo grande terremoto, Squillace vide crollare suo castello e le sue mura: crollava così miseramente l'intera struttura feudale di un vecchio mondo in via di estinzione.
 
=== Le idee risorgimentali a Squillace. I fratelli Pepe e Damiano Assanti ===
[[File:Guglielmo Pepe.jpg|thumb|left|upright=0.8|Guglielmo Pepe]]
Con l'avvento di [[Napoleone]], la città divenne il centro direttivo per i paesi vicini: [[Stalettì]], [[Borgia (Italia)|Borgia]], [[Girifalco]], [[Amaroni]] e Sant'Elia. Caduto l'[[Primo Impero francese|impero Francesefrancese]], il sudSud d'Italia tornò, grazie al [[Congresso di Vienna]], sotto la giurisdizione [[Borboni di Napoli|Borbonicaborbonica]]. Squillace perse ogni diritto sui paesi vicini, restando legato solo il paesino di Amaroni. I moti del [[1820]] - [[1821]], che sconvolsero l'Europa, trovarono in varie città della [[Calabria]] ionica molti sostenitori, tra cui Squillace, dove le idee risorgimentali trovano la loro massima espressioni in 3tre illustri personaggi che contribuiranno all'[[unità d'Italia]]: il gen. [[Guglielmo Pepe]], il gen. [[Florestano Pepe]] e [[Damiano Assanti]]. Guglielmo Pepe già a sedici anni si fece notare come valoroso combattente e difensore di ideali patriottici, forse pari a quelli del [[Mazzini]] e del [[Garibaldi]]. Il gen. Pepe con la legione italica affronta in battaglia gli austriaci a [[Battaglia di Marengo|Marengo]]. Dopo un breve ritorno a Squillace si pone contro i [[Borbone di Napoli|Borboni]], ma viene arrestato e, pur rimanendovi solo tre anni, venne condannato a vita nella ''Fossa del Marittimo''.
 
La cacciata dei Borboni lo vede bonapartista come ufficiale d'ordinanza di [[Gioacchino Murat]], e, con la [[restaurazione]] borbonica, fidandosi del revisionismo costituzionale di re [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]], accetta la carica di comandante dell'esercito del [[Regno delle due Sicilie]]. Nel [[1848]] ritorna a [[Napoli]], dopo un altro esilio a [[Londra]], dove è incaricato dal Rere di Napoli di un comando militare; Guglielmo Pepe disobbedisce agli ordini superiori per correre in difesa di Venezia, seguito dal fratello Florestano e da Damiano Assanti. Guglielmo Pepe tornato a Napoli viene esiliato in Francia, poi va a [[Torino]] dove muore nel [[1855]]. Il generale Pepe viene rimpiazzato, nel ruolo di difensore di una patria che ancora non esiste, da Damiano Assanti, che, distintosi già a Venezia, nel [[1859]] partecipa alla campagna militare per l'unità d'Italia, partecipando anche alla [[spedizione dei Mille]] che gli valse la nomina, da parte di Garibaldi, a generale Comandante della divisione ''Cosenza''. Nella Campagna del 1860-1861, Assanti dà il nome alla I Brigata in cui era stata incorporata la [[Divisione Stocco]], divenuta dopo il 21 novembre [[1860]] la IV Risorgimento. Importante anche il suo contributo politico. Deputato in quattro legislature, dal [[1873]] ricopri anche la carica di senatore. Indulgendo all'aneddotica ricordiamo il suo duello con il giornalista Suller che aveva denigrato il comportamento dei meridionali a Venezia: gli fracassò la testa con un colpo di pistola.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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=== Artigianato ===
Tra le attività più tradizionali e rinomate vi sono quelle [[artigianato|artigianali]], che si distinguono per la lavorazione delle [[terracotteCeramica|terrecotte]], caratterizzate da tecniche bizantine ed elementi religiosi o colti dalla fauna.<ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=3 | p=15}}</ref><ref name=TurCal>{{Cita web | url=http://www.turiscalabria.it/dettaglio_attrattore/-/journal_content/56_INSTANCE_Be6RVNWx36cr/10180/68250 | titolo=La ceramica ingobbiata e graffita di Squillace | accesso=26 maggio 2016 | urlmorto=sì | urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160511121030/http://www.turiscalabria.it/dettaglio_attrattore/-/journal_content/56_INSTANCE_Be6RVNWx36cr/10180/68250 | dataarchivio=11 maggio 2016 }}</ref>
 
== Geografia antropica ==
La popolazione della città di Squillace è concentrata sopratuttosoprattutto nella parte storica (Squillace storica o alta), nel quartiere Lido (scalo o stazione) e nella località Fiasco Baldaia. Inoltre ci sono diverse località e contrade (alcune con abitanti sparsi e case sparse) sia nella parte alta chesia in altre zone: Piscopio, Colazzocca, Madonna del Ponte, Impise, Gebiola (Porto Rhoca), Poveromo, Mandrelle, Tri Cerzi (Tre querce), Porte, Perroncino, Fontana nuova, Fontana vecchia, Cappuccini, Ghetterello, Santa Chiara, San Domenico, Porta Giudaica, Rione Castello.<ref>{{Cita web|url=https://www.comuniecitta.it/frazioni-del-comune-di-squillace-79142|titolo=Frazioni e località Squillace {{!}} Comuni e Città|sito=www.comuniecitta.it|lingua=it-it|accesso=2020-05-05}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/calabria/squillace.html|titolo=Comune di Squillace}}</ref>
 
== Amministrazione ==