(Go: >> BACK << -|- >> HOME <<)

Abu Omar al-Shishani: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Rimozione dei parametri di tracciamento dagli URL
m →‎Biografia: Corretta grammatica e lessico utilizzato
Etichette: Modifica da mobile Modifica da applicazione mobile Modifica da applicazione Android
 
(7 versioni intermedie di 4 utenti non mostrate)
Riga 40:
|AnnoMorte = 2016
|NoteMorte = <ref name=TTB>{{cita web|url=https://www.cbsnews.com/news/us-confirms-isis-commander-omar-the-chechen-is-dead/|titolo=U.S. confirms ISIS commander "Omar the Chechen" is dead|data=14 marzo 2016|accesso=19 maggio 2016}}</ref>
|Epoca = 2000
|Attività = militare
|Attività2 = terrorista
Line 54 ⟶ 55:
Dopo avere terminato le scuole superiori Batirashvili si arruolò nelle [[Sak'art'velos Sakhmelet'o Dzalebi|forze terrestri georgiane]] e – stando a quanto testimonia il suo ex comandante Malkhaz Topuriasi, che lo inserì in uno speciale gruppo di ricognizione – si distinse per la sua bravura nell'usare varie armi e mappe<ref name=meet/>. Egli raggiunse il grado di [[sergente]] in un'unità di intelligence di recente formazione e durante la [[seconda guerra in Ossezia del Sud|guerra russo-georgiana del 2008]] prestò servizio nei pressi della linea del fronte, con il compito di spiare le colonne di [[carro armato|carri armati]] [[Russia|russi]] e inoltrare le loro coordinate alle unità di artiglieria georgiana<ref name=meet/>.
 
Batirashvili venne decorato per la sua attività bellica<ref name=siria/> e sembrava sul punto di essere promosso a ufficiale, mema nel 2010 gli fu diagnosticata la [[tubercolosi]] e il suo passaggio di grado venne bloccato. Dopo avere trascorso vari mesi in un ospedale militare venne dimesso per motivi di salute; poco dopo tentò di essere re-inserito nelle forze armate del suo paese, ma non ci riuscì<ref name=omar/><ref name=meet/>. Dichiarato inabile anche per il servizio di sicurezza nella Polizia, in quel periodo dovette patiresubire anche la morte della madre a causa di un [[cancro (malattia)|cancro]] e il padre lo descrisse come "molto disilluso"<ref name=meet/>.
 
=== La conversione all'Islam e la guerra in Siria ===
Line 65 ⟶ 66:
Nel dicembre del 2012 combatté con la sua brigata al fianco del Fronte al-Nuṣra durante l'invasione della base militare di Shaykh Sulaymān, posta nella parte occidentale Aleppo. Nel febbraio del 2013, insieme alle [[Brigate al-Tawhid]] e al Fronte al-Nuṣra, prese d'assalto la base dell'80º reggimento dell'[[forze armate siriane|esercito siriano]] nei pressi del principale aeroporto di Aleppo<ref>[http://www.longwarjournal.org/archives/2013/02/chechen_commander_le.php# Chechen commander leads Muhajireen Brigade in Syria], ''The Long War Journal'', 20 febbraio 2013</ref>.
 
Nel marzo del 2013 il [[Centro Kavkaz]] (Caucaso) riferì che la Brigata MuhāajirinMuhājirīn si era fusa con due gruppi gihadisti siriani chiamati "Jaysh Muḥammad" e "Katāʾeb [ʿUmar b. al-]Khaṭṭāb" per formare un nuovo gruppo chiamato "Jaysh Muhājirīn wa l-Anṣār" o "Esercito degli [[Muhajirun|Emigranti]] e degli [[Ansar|Ausiliari]]"<ref>[http://www.longwarjournal.org/archives/2013/03/chechen_jihadist_for.php "Chechen commander forms 'Army of Emigrants', integrates Syrian groups"], ''The Long War Journal'', 28 marzo 2013</ref>. Il comando del gruppo è costituito da una leadership militare, una commissione incaricata di applicare la [[Shari'a]], un Consiglio della [[Shura]] e un braccio armato di supporto, chiamato ''Liwāʾ al-Mujāhidīn al-Islāmī'' (Formazione armata dei Combattenti del ''[[jihād]]'' [[islam]]ico): quest'ultimo è lo stesso nome di un gruppo composto da [[mujahidinMuhajirun|mujāhidīn]] stranieri che combatterono nella [[Guerra in Bosnia ed Erzegovina|guerra in Bosnia]]<ref>[https://www.jamestown.org/programs/tm/single/?tx_ttnews=40749&tx_ttnews=684&no_cache=1#.VDbQUhajYop “Obliged to Unite under One Banner”: A Profile of Syria’s Jaysh al-Muhajireen wa’l-Ansar] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150705234517/http://www.jamestown.org/programs/tm/single/?tx_ttnews=40749&tx_ttnews=684&no_cache=1 |data=5 luglio 2015 }}, ''Terrorism Monitor 11 (8)'', 19 agosto 2013</ref>.
 
La nuova formazione svolse un ruolo chiave nella cattura della base area di [[Menagh]], avvenuta nell'agosto del 2013, che culminò in un attacco tramite [[autobomba]] che uccise e ferì molti membri delle forze armate siriane regolari<ref>[https://www.nytimes.com/2013/08/06/world/middleeast/rebels-gain-control-of-government-air-base-in-syria.html "Rebels Gain Control of Government Air Base in Syria"], ''[[The New York Times]]'', 5 agosto 2013</ref>. Un ramo della Brigata Muhajireen è stato coinvolto nell'offensiva di [[Governatorato di Laodicea|Laodicea]], svoltasi dal 4 al 19 agosto 2013 e conclusasi con la vittoria delle truppe di [[Bashar al-Assad|Baššār al-Asad]]<ref>[http://www.syriadeeply.org/articles/2013/08/2412/decoder-battle-latakia-begins/#.UgDoe5JGtq8 "Decoder: The Battle for Syria Begins"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141016212001/http://www.syriadeeply.org/articles/2013/08/2412/decoder-battle-latakia-begins/#.UgDoe5JGtq8 |data=16 ottobre 2014 }}, ''Syria Deeply'', 5 agosto 2013</ref>.
Line 73 ⟶ 74:
Tuttavia Sayf Allāh negò queste accuse e dichiarò che ciò era avvenuto perché egli si era rifiutato di unirsi allo [[Stato Islamico dell'Iraq e del Levante]], che invece godeva del sostegno di Batirashvili<ref>[http://eaworldview.com/2013/11/syria-spotlight-dispute-abu-umar-al-shishani-deputy-seyfullakh-chechen/ "Syria Spotlight: Insurgent Split — The Dispute Between Abu Umar al-Shishani & His Deputy, Seyfullakh the Chechen"], EA WorldView, 23 novembre 2013</ref>.
 
Alla fine del 2013 Batirashvili è stato sostituito come comandante della formazione "Jaysh Muhājirīn wa l-Anṣār" (''Esercito dei [[emigranti (islam)Muhājirūn|Muhājirīn]] e degli [[Ansar|Anṣār]]'') da un altro comandante ceceno, noto come Ṣalāḥ al-Dīn, dopo che nel mese di novembre la maggior parte dei membri ceceni del gruppo non prestarono il loro [[Bayʿa|giuramento di fedeltà]] allo Stato Islamico (fortemente voluto da Batirashvili<ref name=siria/>) a causa della loro precedente sottomissione a [[Dokka Umarov]], leader dell'[[Emirato del Caucaso]]<ref name="chechen">[http://www.longwarjournal.org/archives/2013/11/muhajireen_army_swea.php "Chechen-led group swears allegiance to head of Islamic State of Iraq and Sham"], ''The Long War Journal'', 27 novembre 2013</ref>.
 
Secondo il padre di Batirashvili quest'ultimo da quando ha lasciato la Siria lo ha chiamato una volta per dirgli che ora era sposato con una donna cecena e aveva una figlia di nome Sophia<ref name=nina/>. Per un certo periodo Batirashvili visse con la sua famiglia in una grande villa di proprietà di un uomo d'affari nella città di [[Huraytan]], a nord-ovest di Aleppo<ref>[http://www.alkhabar-ts.com/index.php?page=view_news&id=crim6asmsgececi "'Chechen' and 'Alhomnyh' ... the story of 'jihad' was found paradise in Aleppo"], alkhabar-ts.com, 12 luglio 2014</ref>, rimanendo in disparte rispetto agli avvenimenti del conflitto siriano.
 
Con il distacco dell'ISIS dalle altre forze della [[coalizione nazionale siriana]] e la nascita del cosiddetto "[[califfato]]" guidato da [[Abu Bakr al-Baghdadi|Abū Bakr al-Baghdādī]], al-Shīshānī ha rapidamente asceso posizioni all'interno dei vertici dello Stato Islamico, tanto che si è parlato di lui come possibile comandante dell'esercito di terra dell'IS dopo la morte di [[Abu Abd al-Rahman al-Bilawi|Abū ʿAbd al-Raḥmān al-Bilāwī]], avvenuta a [[Mosul]] nel giugno 2014.<ref>[https://www.nbcnews.com/storyline/iraq-turmoil/rising-star-isis-has-chechen-background-fierce-reputation-n146466 "Rising Star of ISIS Has Chechen Background and Fierce Reputation"], [[NBC]] News, 2 luglio 2014</ref>
Nominato comandante militare dell'ISIS in Siria,<ref>[http://washingtonexaminer.com/chechen-in-syria-a-rising-star-in-extremist-group/article/feed/2146182 "Chechen in Syria a rising star in extremist group"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140714130320/http://washingtonexaminer.com/chechen-in-syria-a-rising-star-in-extremist-group/article/feed/2146182 |data=14 luglio 2014 }}, Associated Press, 2 luglio 2014</ref> il 16 settembre 2014 ha lanciato le sue truppe all'[[assedio di Kobanê]], perdendo però contro i [[peshmerga]] [[curdi]] a [[gennaio]] [[2015]].<ref>{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2015/01/26/curdi-vincono-kobane/|titolo=I curdi hanno riconquistato Kobane|data=26 gennaio 2016|accesso=19 maggio 2016}}</ref>