(Go: >> BACK << -|- >> HOME <<)

Castrato (musica): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m clean up, replaced: l''' → l{{'}}'', dell''' → dell{{'}}'' (2)
Voxfax (discussione | contributi)
typo
 
Riga 67:
=== Declino ===
[[File:Giovanni Battista Velluti.jpg|thumb|left|[[Giovanni Battista Velluti]] fu l'ultimo dei grandi castrati dell'opera italiana]]
Al termine del [[XVIII secolo]], i cambiamenti nel gusto musicale e operistico e l'evoluzione dei costumi segnarono la fine dei castrati. Tuttavia perdurarono anche dopo l{{'}}''ancien régime'' e due di essi, [[Gasparo Pacchierotti]] e [[Girolamo Crescentini]], passarono alla storia anche per l'ammirazione che suscitarono in [[Napoleone Bonaparte]]. L'ultimo famoso castrato fu [[Giovanni Battista Velluti]] ([[1781]]-[[1861]]), che interpretò l'ultimo ruolo operistico scritto appositamente per questi cantori, Armando nel ''[[Il crociato in Egitto|Crociato in Egitto]]'' di [[Giacomo Meyerbeer|Meyerbeer]] (Venezia, [[1824]]). Allora però i cantanti evirati erano già stati sostituiti come 'primi uomini' inizialmente dai [[Contralto|contralti]]-donne in [[travesti]], e poi dai [[Tenore|tenori]] nelle nuove tipologie che si svilupparono con l'affermarsi della [[musica romantica]].
 
Nella prima metà dell'Ottocento, comunque, il Collegio Pontificio faceva ancora istruire nella [[Orfanotrofio di Santa Maria in Aquiro e Collegio Salviati|Pia Casa degli Orfani]] giovani evirati per servire la cappella papale.<ref>Kantner-Pachovsky, ''La Cappella musicale pontificia nell'Ottocento'', Hortus musicus, Roma, 1998, p. 24.</ref>
 
Con l'[[unità d'Italia]] nel [[1861]], venne esteso a tutto il nuovo regno, con l'eccezione della [[Toscana]], il previgente [[codice penale sabaudo]]<ref>''[https://www.giustizia.it/resources/cms/documents/Codice_penale_esteso_alla_Sicilia.pdf Codice penale per gli Stati di S.M. il Re di Sardegna esteso alla Sicilia con decreto del Luogotenente generale del Re del 17 febbraio 1861 e modificato con la legge del 30 giugno 1861 di n. 56]'', Palermo, Lao, 1864, art. 552.</ref> che già prevedeva il reato di evirazione.<ref>Enrico Pessina, ''Il diritto penale in Italia da Cesare Beccaria sino alla promulgazione del Codice penale vigente (1764-18901764–1890)'', Milano, Società Editrice Libraria, 1906, p. 102 (accessibile gratuitamente ''online'' presso [https://core.ac.uk/download/pdf/231957976.pdf Core.ac.uk])..</ref> Il [[Codice penale toscano del 1853|codice toscano]], che rimase in vigore nel territorio dell'[[Granducato di Toscana|ex-granducato]] fino al 1889, prevedeva per parte sua, agli articoli 325 e 326, il reato di "lesione personale", che veniva qualificata come "gravissima" nel caso, tra l'altro, in cui essa privasse l'offeso "della capacità di generare".<ref>''[http://www.antropologiagiuridica.it/codepentoscana.pdf Codice Penale pel Granducato di Toscana]'', Firenze, Stamperia Granducale, 1853.</ref>
 
Nel [[1878]], [[papa Leone XIII]] proibì l'ingaggio di castrati da parte della Chiesa; solo nella Cappella Sistina e in altre basiliche papali il loro impiego sopravvisse ancora per qualche anno: una foto di gruppo del coro della Sistina del [[1898]] mostra che all'epoca ne rimanevano sei (più il 'direttore perpetuo', il soprano [[Domenico Mustafà]]) e nel [[1902]] Leone XIII ribadì il suo divieto. La fine ufficiale per i castrati venne il 22 novembre [[1903]], quando il nuovo papa, [[papa Pio X|Pio X]], promulgò un ''[[motu proprio]]'' sulla [[musica sacra]], ''Tra le sollecitudini'', in cui si legge: «se dunque si vogliono adoperare le voci acute dei soprani e contralti, queste dovranno essere sostenute dai fanciulli, secondo l'uso antichissimo della Chiesa»<ref>[http://www.vatican.va/holy_father/pius_x/motu_proprio/documents/hf_p-x_motu-proprio_19031122_sollecitudini_it.html Il testo del ''motu proprio'' sul sito ufficiale della Santa Sede]</ref>. I castrati non furono subito licenziati, ma continuarono a prestare servizio sino alla giubilazione, senza procedere all'assunzione di nuove leve che li rimpiazzassero. L'ultimo castrato della Sistina fu [[Alessandro Moreschi]].
Riga 81:
=== Emuli dei castrati in epoca moderna ===
[[File:Moreschi giovane.jpg|thumb|left|[[Alessandro Moreschi]], c. 1880]]
{{ Multimedia | file=Alessandro Moreschi.ogg| titolo="''Hostias Et Preces''" di Eugenio Terziani | descrizione="''Hostias Et Preces''", di Eugenio Terziani (1824-18891824–1889), cantata da uno degli ultimi castrati della storia [[Alessandro Moreschi]]}}
In epoca moderna la castrazione è severamente proibita; tuttavia, spesso nell'intento di suscitare attenzione, alcuni cantanti affermano più o meno apertamente di essere autentici castrati<ref>Ad esempio, senza che sia mai stata verificata la sussistenza delle sue dichiarazioni, [[Javier Medina Avila]] afferma di essere tale a causa di una leucemia.</ref>, sia pure per cause patologiche<ref>Ad es. la [[sindrome di Kallmann]].</ref>.
 
Riga 114:
== Castrati famosi ==
[[File:Portret van Francesco Bernardi, RP-P-1906-3312.jpg|thumb|[[Francesco Bernardi]], detto Senesino]]
* [[Giovanni Gualberto Magli]] (prima del [[1604]]-[[1625]])
* [[Loreto Vittori]] ([[1604]]–[[1670]])
* [[Baldassare Ferri]] ([[1610]]–[[1680]])
* [[Marzio Erculei]] ([[1623]]-[[1706]])
* [[Atto Melani]] ([[1626]]–[[1714]])
* [[Giovanni Francesco Grossi]] ([[Siface]]) ([[1653]]–[[1697]])
Riga 137:
* [[Giovanni Manzuoli]] ([[1720]]–[[1782]])
* [[Gaetano Guadagni]] ([[1725]]–[[1792]])
* [[Tommaso Guarducci]] (1728-18031728–1803)
* [[Antoine Albanèse]] ([[1731]]-[[1800]])
* [[Silvio Giorgetti]] ([[1733]]–[[1802]])
* [[Giuseppe Millico]] ([[1737]]–[[1802]])
Riga 146:
* [[Giovanni Battista Velluti]] ([[1781]]–[[1861]])
* [[Domenico Mustafà]] ([[1829]]–[[1912]])
* [[Giovanni Cesari]] ([[1843]]-[[1904]])
* [[Domenico Salvatori]] ([[1855]]-[[1909]])
* [[Alessandro Moreschi]] ([[1858]]–[[1922]])