Pericle Fazzini: differenze tra le versioni
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Nel 1931 vince il concorso per un monumento al cardinale [[Giuseppe Benedetto Dusmet|Dusmet]] (che però non realizzerà mai); nel 1932 e nel 1933 partecipa al concorso per il Pensionato artistico nazionale ottenendo una borsa di studio, che vince grazie all'altorilievo ''Uscita dall'arca''. Nel 1933 espone con [[Alberto Ziveri]] e [[Giuseppe Grassi]] presso la galleria di Dario Sabatello; nel 1934 espone a Parigi il ''Ritratto di Anita'' che viene acquistato dal [[Galleria nazionale del Jeu de Paume|Museo Jeu de Paume]]<ref>Era stato Giuseppe Ungaretti a mettere in contatto Fazzini con la principessa Marguerite Caetani, la quale nel 1934 invitò lo scultore a partecipare ad una collettiva a Parigi (C. Auria, ''La vita nascosta di Giuseppe Ungaretti'', Le Monnier, Firenze 2019, p. 220).</ref>. |
Nel 1931 vince il concorso per un monumento al cardinale [[Giuseppe Benedetto Dusmet|Dusmet]] (che però non realizzerà mai); nel 1932 e nel 1933 partecipa al concorso per il Pensionato artistico nazionale ottenendo una borsa di studio, che vince grazie all'altorilievo ''Uscita dall'arca''. Nel 1933 espone con [[Alberto Ziveri]] e [[Giuseppe Grassi]] presso la galleria di Dario Sabatello; nel 1934 espone a Parigi il ''Ritratto di Anita'' che viene acquistato dal [[Galleria nazionale del Jeu de Paume|Museo Jeu de Paume]]<ref>Era stato Giuseppe Ungaretti a mettere in contatto Fazzini con la principessa Marguerite Caetani, la quale nel 1934 invitò lo scultore a partecipare ad una collettiva a Parigi (C. Auria, ''La vita nascosta di Giuseppe Ungaretti'', Le Monnier, Firenze 2019, p. 220).</ref>. |
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Nel 1935 partecipa alla II [[Quadriennale di Roma]] ottenendo un premio per gli altorilievi ''Danza'' e ''Tempesta''. Espone di nuovo con successo a Parigi e Roma e nel 1938 apre un suo studio a [[Via Margutta]], dove resterà per tutta la vita. Partecipa alla [[Biennale di Venezia]] con diverse sculture (''Ritratto di Ungaretti'', ''Giovane che declama'', ''Giovane che ascolta''). |
Nel 1935 partecipa alla II [[Quadriennale di Roma]] ottenendo un premio per gli altorilievi ''Danza'' e ''Tempesta''. Espone di nuovo con successo a Parigi e Roma e nel 1938 apre un suo studio a [[Via Margutta]], dove resterà per tutta la vita. Partecipa alla [[Biennale di Venezia]] con diverse sculture (''Ritratto di Ungaretti''<ref>Fazzini ed Ungaretti erano diventati amici a Roma all'inizio degli anni Trenta. Il ''Ritratto di Ungaretti'' fu realizzato nello studio di Fazzini a Via Margutta fra l'ottobre 1936 e il gennaio 1937 (D. Durbé - R. Lucchese, ''Fazzini e Ziveri cinquant'anni dopo. Colloquio con Pericle Fazzini e Alberto Ziveri di Dario Durbé e Romeo Lucchese'', in ''Fazzini e Ziveri, a cura di N. Vespigiani, V. Rivosecchi, M. Fagiolo Dell'Arco'', Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, 19 dicembre 1984 - 3 febbraio 1985, Electa, Milano, 1984).</ref>, ''Giovane che declama'', ''Giovane che ascolta''). |
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Partecipa a ''[[Corrente (rivista)|Corrente]]'', rivista d'arte milanese che raccoglie i principali artisti italiani e partecipa alla seconda esposizione del movimento. |
Partecipa a ''[[Corrente (rivista)|Corrente]]'', rivista d'arte milanese che raccoglie i principali artisti italiani e partecipa alla seconda esposizione del movimento. |
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Versione delle 09:44, 24 mar 2020
Pericle Fazzini (Grottammare, 4 maggio 1913 – Roma, 4 dicembre 1987) è stato un artista, scultore e pittore italiano, vincitore nel 1968 del Premio Feltrinelli per la Scultura.[1].
Biografia
Inizia la propria formazione nella bottega del padre Vittorio, falegname; grazie all'aiuto del poeta Mario Rivosecchi nel 1930 si trasferisce a Roma, dove studia alla Scuola libera del nudo.
Nel 1931 vince il concorso per un monumento al cardinale Dusmet (che però non realizzerà mai); nel 1932 e nel 1933 partecipa al concorso per il Pensionato artistico nazionale ottenendo una borsa di studio, che vince grazie all'altorilievo Uscita dall'arca. Nel 1933 espone con Alberto Ziveri e Giuseppe Grassi presso la galleria di Dario Sabatello; nel 1934 espone a Parigi il Ritratto di Anita che viene acquistato dal Museo Jeu de Paume[2].
Nel 1935 partecipa alla II Quadriennale di Roma ottenendo un premio per gli altorilievi Danza e Tempesta. Espone di nuovo con successo a Parigi e Roma e nel 1938 apre un suo studio a Via Margutta, dove resterà per tutta la vita. Partecipa alla Biennale di Venezia con diverse sculture (Ritratto di Ungaretti[3], Giovane che declama, Giovane che ascolta). Partecipa a Corrente, rivista d'arte milanese che raccoglie i principali artisti italiani e partecipa alla seconda esposizione del movimento.
Nel 1940 sposa Anita Buy, poi parte per il servizio militare a Zara, eseguendo disegni per le riviste Primato, Documento, Domus.
Tornato a Roma nel 1943 scolpisce il Ragazzo con i gabbiani; ispirato al clima bellico è invece Il fucilato.
Nel 1947 vince il Premio Torino con l'opera Anita in piedi e partecipa alla mostra del Fronte Nuovo per le Arti, con Emilio Vedova, Renato Guttuso.
Nel 1949 vince il Premio Saint Vincent con l'opera Sibilla e partecipa alla mostra Twentieth-Century Italian Art al MoMa di New York[4]
Nel 1951 tiene la sua prima antologica alla Fondazione Premi Roma; nel 1952 espone a New York; torna alla Biennale di Venezia nel 1954, vincendo il primo premio per la scultura.
Nel 1955 inizia ad insegnare all'Accademia di Firenze, mentre dal 1958 fino al 1980 insegna all'Accademia di Belle Arti di Roma.
Tra la fine degli anni cinquanta e gli anni sessanta lavora a progetti monumentali imponenti non sempre realizzati: portale della chiesa di San Giovanni Battista sull'A1; Fontana per il Palazzo dell'ENI a Roma, Monumento per la Resistenza ad Ancona, Monumento a Kennedy (mai realizzato; il bozzetto è a Grottammare, nella piazza che porta il nome dell'artista). Sin dagli anni Quaranta, fu un frequentatore assiduo della Messa degli Artisti di Piazza del Popolo a Roma, e un amico del suo fondatore, Mons. Ennio Francia.
Nel 1961 espone a Darmstadt; nel 1962 a Düsseldorf, nel 1963 la prima di numerose mostre in Giappone. Nel 1970 inizia "la Resurrezione" per la Sala Nervi in Vaticano, e i contatti con papa Paolo VI lo portano ad inaugurare il 28 settembre 1977 la sua opera più famosa.
Due importanti antologiche ripercorrono la sua carriera: ad Avezzano nel 1983 e alla Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea nel 1984.
Muore a Roma il 4 dicembre 1987.
Pericle Fazzini è tra i maggiori e più celebri esponenti della scultura internazionale. Le sue opere sono conservate nelle maggiori collezioni private e nei musei più importanti del mondo tra cui l'Hakone open air museum in Giappone, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, la Tate Gallery di Londra, la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, l'Art Institute di Chicago, il Momat di Tokyo ed il Museo d'arte contemporanea di Montréal. Dopo la sua morte numerose sono state le retrospettive a lui dedicate e realizzate in musei e spazi pubblici prestigiosi, come il Setagaya art Museum di Tokyo, la splendida cornice dei sassi di Matera, Villa d'Este di Tivoli ed il Sacro Cuore a Parigi. Tra i suoi allievi più vicini Vito Pancella (1945-2005) ed attualmente in attività Gino Giannetti.
Opere
- Monumento a Padre Pio, Piazza Padre Pio, San Giovanni Rotondo (FG)
- Resurrezione, Aula Paolo VI, Vaticano;
- Tabernacolo, Villa Nazareth, Roma
- Monumento alla Resistenza, Ancona
Cinquanta opere sono esposte al Museo Pericle Fazzini di Assisi; tra le più significative ci sono:
- Autoritratto, 1931, legno
- Figura che cammina, 1933, legno
- Giovane che declama, 1937-1938, legno
- Ragazzo con i gabbiani, 1940-1944, legno
- Il fucilato, 1945-1946, bronzo
- Sibilla, 1947, bronzo
- La creazione, 1950-1955, legno
- Ragazzo che pensa, 1957, bronzo
- Donna con drappo, 1960, bronzo
- Onda n. 1, 2, 3, 1968-1969, legno
- Donna che si asciuga, 1973, bronzo
- Bozzetto per Cristo risorto, 1970-1975
- Piacenza Vittoriale Antichità. San Sebastiano nel Bosco, refrattario e ferro 1955 ca.
Pericle Fazzini nei musei
Basilicata
Nella sala 4: Donna che si asciuga, Donna nel vento, Volto d’angelo (un particolare del Palazzo di Giustizia di Pisa), Sibilla
Campania
- Museo del Sannio sez. d'Arte di Benevento
Emilia-Romagna
Lazio
- Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma
- Museo della Scuola Romana di Roma
- Museo della Zecca di Roma
Lombardia
- Museo del Novecento di Milano (con la scultura Ritratto di Ungaretti)
- Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte sopra Varese di Varese
Marche
- Museo civico e della mail art di Montecarotto (AN)
- Museo del Torrione della Battaglia di Grottammare (AP)
- Museo della Calzatura di Sant'Elpidio a Mare (AP)
- Museo di Palazzo Ricci di Macerata
- Museo internazionale dell'etichetta del vino di Cupramontana (AN)
- Pinacoteca Civica di Ripatransone (AP)
Piemonte
Sardegna
Toscana
- Museo Novecento di Firenze
- Museo della Grafica di Pisa
- Museo Casa Natale di Michelangelo Buonarroti di Caprese Michelangelo (AR)
Umbria
- Museo Pericle Fazzini di Assisi (PG)
- Galleria d'Arte Contemporanea - Pro Civitate Christiana di Assisi (PG)
Calabria
Sicilia
- Museo fortunato Calleri (CT)
Musei esteri
- MOMA New York (con l'opera "The Sybyl" 1947)
- The Metropolitan Museum of Art, New York[5]
- Tate Gallery London (con l'opera "donna seduta" 1959 inchiostro su carta)
- Museo d'Arte moderna di Parigi
- Collezione Maedows Dallas
- Museum of Art Sant Luis
- Museo d'Arte moderna Montreal
- Museum of Art Chicago
- Momat Tokyo
- Hakone Open-Air Museum
- Collezione d'Arte Religiosa Moderna dei Musei Vaticani, della Città del Vaticano (Via Crucis, 1957-1958, bronzo, 14 stazioni cm 97x70 e Crocifisso, 1963, bronzo cm 278x97).
Note
- ^ Premi Feltrinelli 1950-2011, su lincei.it. URL consultato il 17 novembre 2019.
- ^ Era stato Giuseppe Ungaretti a mettere in contatto Fazzini con la principessa Marguerite Caetani, la quale nel 1934 invitò lo scultore a partecipare ad una collettiva a Parigi (C. Auria, La vita nascosta di Giuseppe Ungaretti, Le Monnier, Firenze 2019, p. 220).
- ^ Fazzini ed Ungaretti erano diventati amici a Roma all'inizio degli anni Trenta. Il Ritratto di Ungaretti fu realizzato nello studio di Fazzini a Via Margutta fra l'ottobre 1936 e il gennaio 1937 (D. Durbé - R. Lucchese, Fazzini e Ziveri cinquant'anni dopo. Colloquio con Pericle Fazzini e Alberto Ziveri di Dario Durbé e Romeo Lucchese, in Fazzini e Ziveri, a cura di N. Vespigiani, V. Rivosecchi, M. Fagiolo Dell'Arco, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, 19 dicembre 1984 - 3 febbraio 1985, Electa, Milano, 1984).
- ^ http://www.moma.org/d/c/checklists/W1siZiIsIjMyNTY2OCJdXQ.pdf?sha=fb710b1f993b19fe
- ^ http://www.metmuseum.org/art/collection/search/486698
Bibliografia
- Giuseppe Appella, Pericle Fazzini, Libreria dello Stato, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma 1994
- Giuseppe Appella, Fazzini a Villa d'Este, De Luca Editori d'Arte, Roma 2005
- Giuseppe Appella, Pericle Fazzini, Piccole sculture 1948-1986, De Luca Editori d'Arte, Roma 2006
- Valerio Rivosecchi, FAZZINI, Pericle, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 45, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995. URL consultato l'11 luglio 2014.
- Alessandro Masi (a cura di), Pericle Fazzini: il respiro dell'immenso, Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino, 2001.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Sito ufficiale dell'Archivio, su periclefazzini.it.
- Fazzini ‹-zz-›, Pericle, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 luglio 2014.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 25407254 · ISNI (EN) 0000 0001 0856 0780 · SBN CFIV004307 · BAV 495/101981 · ULAN (EN) 500012647 · LCCN (EN) n50003086 · GND (DE) 11919399X · BNF (FR) cb15061480x (data) · NDL (EN, JA) 00439287 |
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