Dichiarazione sulla massoneria: differenze tra le versioni

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La '''Dichiarazione sulla massoneria ''Quaesitum est''''' è un documento pontificio sulla [[massoneria]], pubblicato dalla [[Congregazione per la Dottrina della Fede]] (il cui prefetto era l'allora cardinale Joseph Ratzinger, poi divenuto Papa Benedetto XVI, ed, a seguito di rinuncia al ministero petrino, con efficacia dal [[28 febbraio]] [[2013]], [[papa emerito]]), redatto il [[26 novembre]] [[1983]] e approvato da [[papa Giovanni Paolo II]].
La '''Dichiarazione sulla massoneria ''Quaesitum est''''' è un documento pontificio sulla [[massoneria]], pubblicato dalla [[Congregazione per la Dottrina della Fede]], redatto il 26 novembre [[1983]] e approvato da [[papa Giovanni Paolo II]].


==Contenuto==
==Contenuto==
Il testo si presenta come risposta a chi chiedeva se il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria fosse mutato, per il fatto che essa non venga espressamente menzionata nel nuovo Codice di Diritto Canonico.
Il testo si presenta come risposta a chi chiedeva se il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria fosse mutato, per il fatto che essa non venga espressamente menzionata nel nuovo Codice di Diritto Canonico.


La [[Congregazione per la Dottrina della Fede]] afferma che il giudizio della Chiesa non è cambiato, che l'iscrizione a tali associazioni rimane proibita, e che i fedeli ad esse appartenenti sono in stato di [[peccato mortale]], per cui viene concessa la pena medicinale della [[scomunica]] mentre siano ancora in tali associazioni.
La [[Congregazione per la Dottrina della Fede]] afferma che il giudizio della Chiesa non è cambiato, che l'iscrizione a tali associazioni rimane proibita, e che i fedeli ad esse appartenenti sono in stato di peccato grave, per cui viene concessa la pena medicinale della [[scomunica]] mentre siano ancora in tali associazioni.


{{quote|Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione.|Joseph Card. Ratzinger, poi Papa Benedetto XVI, dal 28 febbraio 2013 divenuto [[Papa emerito]]<ref>{{Cita web|url=http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19831126_declaration-masonic_it.html|titolo=Dichiarazione sulla Massoneria|autore=Congregazione per la Dottrina della Fede}}</ref>}}
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==Motivazione==
==Motivazione==
Il documento è stato redatto per chiarire i dubbi dei fedeli, dopo la stesura del nuovo [[Codice di diritto canonico]] promulgato il [[25 gennaio]] dello stesso anno. Il Codice, a differenza del precedente promulgato nel [[1917]], non fa menzione della massoneria e non fornisce quindi alcun giudizio in merito ad essa. Un riferimento a questa problematica si ravvisa nel canone 1374 del Codice, che ordina: "chi dà il nome ad una associazione che complotta contro la Chiesa sia punito con una giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito con l'interdetto". Tale dichiarazione chiarisce in modo definitivo il giudizio della Chiesa sulla massoneria.<ref>{{Cita web|url=http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_19831126_declaration-masonic_it.html|titolo=Dichiarazione sulla Massoneria|autore=Congregazione per la Dottrina della Fede}}</ref>
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==Note==
==Note==
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==Voci correlate==
* [[Codice di diritto canonico]]
* [[Congregazione per la Dottrina della Fede]]
* [[Massoneria]]

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[[Categoria:Documenti pontifici sulla Massoneria]]
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Versione attuale delle 22:39, 24 apr 2019

La Dichiarazione sulla massoneria Quaesitum est è un documento pontificio sulla massoneria, pubblicato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, redatto il 26 novembre 1983 e approvato da papa Giovanni Paolo II.

Il testo si presenta come risposta a chi chiedeva se il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria fosse mutato, per il fatto che essa non venga espressamente menzionata nel nuovo Codice di Diritto Canonico.

La Congregazione per la Dottrina della Fede afferma che il giudizio della Chiesa non è cambiato, che l'iscrizione a tali associazioni rimane proibita, e che i fedeli ad esse appartenenti sono in stato di peccato grave, per cui viene concessa la pena medicinale della scomunica mentre siano ancora in tali associazioni.

«Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione.»

Il documento è stato redatto per chiarire i dubbi dei fedeli, dopo la stesura del nuovo codice di diritto canonico promulgato il 25 gennaio dello stesso anno. Il Codice, a differenza del precedente promulgato nel 1917, non fa menzione della massoneria e non fornisce quindi alcun giudizio in merito ad essa. Un riferimento a questa problematica si ravvisa nel canone 1374 del Codice, che ordina: "chi dà il nome ad una associazione che complotta contro la Chiesa sia punito con una giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito con l'interdetto". Tale dichiarazione chiarisce in modo definitivo il giudizio della Chiesa sulla massoneria.[1]

  1. ^ a b Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione sulla Massoneria, su vatican.va.

Voci correlate

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