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Anniversario

In un mondo tech che cambia, il faro di Wikipedia rimane acceso

In un mondo tech che cambia, il faro di Wikipedia rimane acceso
Da 23 anni, l’enciclopedia fondata da Jimmy Wales rappresenta un’alternativa libera al modello economico della Silicon Valley
3 minuti di lettura

Agli inizi del 2001 il mondo, tecnologico e non solo (erano ancora in piedi le Torri Gemelle), era radicalmente diverso: Google era nato da meno di 3 anni, Facebook, YouTube e Twitter erano ancora parecchio là da venire, mentre Apple stava uscendo da una lunga crisi e avrebbe svelato il primo prodotto del nuovo corso, cioè l’iPod, solo parecchi mesi dopo. La Silicon Valley nel suo complesso si stava ancora riprendendo dal drammatico scoppio della bolla delle dot-com.

Negli oltre due decenni trascorsi dal 2001, c’è però una realtà che è rimasta una costante e ha anzi giocato un ruolo sempre più importante nella condivisione e diffusione della cultura e del sapere. Questa realtà è Wikipedia. Aperta il 15 gennaio di quell’anno, l’enciclopedia libera fondata da Jimmy Wales è diventata nel corso dei suoi 23 anni di vita un punto di riferimento globale, presente in oltre 300 edizioni linguistiche e consultata attraverso quasi due miliardi di accessi unici mensili.

Pochi mesi dopo il debutto, nel maggio del 2001, andava online anche la versione in italiano di Wikipedia, che oggi rappresenta la nona edizione più importante al mondo per quantità di voci (oltre 1,84 milioni) ed è stata consultata 8 miliardi di volte nel 2023. Non sappiamo chi sia stato il primo a scrivere su Wikipedia in italiano, ma sappiamo qual è stata la prima voce: fu Comunicazione (qui nella versione originale), in cui si forniva la definizione sociologica di questo fenomeno, e anche chi è stato l’autore, cioè il 55enne informatico Gianluca Moro, che lavora all’Università di Padova.

“Anche per via della mia professione sono sempre stato interessato al mondo del software libero - ci ha spiegato - Frequentando quell’ambiente e i newsgroup dell’epoca, sono venuto a sapere di questo progetto, basato su un’idea di informazione libera che mi ha subito affascinato. Incuriosito anche dagli aspetti tecnici, ho voluto capire come funzionasse, inserendo nella versione in italiano un testo, per l’appunto sulla comunicazione, che avevo già scritto per conto mio. Recentemente mi è capitato di riguardarlo, e ovviamente nel corso del tempo è stato modificato moltissimo”.

Questo perché, come noto, la vera innovazione di Wikipedia è quella di basarsi sull’intelligenza collettiva di Internet, permettendo a chiunque non solo di creare nuove voci, ma anche di modificare quelle già esistenti. Proprio questo rivoluzionario meccanismo ha per molto tempo suscitato scetticismo: “Anche io ero inizialmente perplesso - ha ricordato Moro - Mi chiedevo che cosa potesse venire fuori da un’enciclopedia in cui chiunque può scrivere qualunque cosa”.

E in effetti, soprattutto nei primi anni, non era infrequente trovare errori anche all’interno di importanti voci presenti su Wikipedia in italiano (famoso l’articolo in cui Umberto Eco raccontò sull’Espresso la sua costante rincorsa per correggere gli errori che comparivano nella pagina a lui dedicata). Col tempo, però, il meccanismo di correzione e modifica è stato costantemente affinato: “Quando ho scritto la mia prima voce era sufficiente cliccare il tasto Pubblica e tutto andava online - ci ha detto ancora Moro - Adesso c’è un’interazione molto stretta tra il momento della scrittura, la messa in bozza, la verifica dei contenuti e del rispetto degli standard. Questo è un grosso lavoro che bisogna riconoscere ai volontari che ci si dedicano. È la forza di Wikipedia, che l’ha reso e lo mantiene uno strumento ormai ampiamente affidabile”.

In Italia sono in media 36mila le persone che, intervenendo almeno con una modifica, si occupano della manutenzione di quella che è diventata la più grande enciclopedia del mondo, spesso attraverso infinite discussioni che, in alcuni casi, possono avere anche toni molto accesi.

Ma se Wikipedia e Wikimedia (la fondazione che gestisce questo e altri progetti open) hanno ampiamente dimostrato quanta diffusione e importanza possa avere un progetto open, basato su donazioni, privo di pubblicità e quindi radicalmente diverso dal modello imperante nella Silicon Valley, come mai ci sono così pochi altri casi simili di tale portata? “L’ambiente open source tende solitamente alla frammentazione, con il risultato che il singolo programmatore o il piccolo gruppo non è poi in grado di portare avanti un progetto sul lungo termine - ci ha chiarito Moro - Secondo me, la forza di Wikipedia è fare confluire i tanti contributi su un’unica piattaforma. È la collaborazione a rendere vincente questo progetto, che si contraddistingue da altri magari altrettanto validi e utili, ma destinati soltanto a una nicchia”.

In un mondo, quello digitale, che si basa quasi sempre sul cosiddetto capitalismo della sorveglianza, Wikipedia rappresenta quindi un unicum, per importanza, longevità e dimensioni. Il desiderio di dare vita a modelli alternativi, in ogni caso, continua a covare, come dimostrato dalla crescita del fediverso (il cui esponente più noto è Mastodon) o da alcuni progetti legati al cosiddetto Web3 (la nuova incarnazione del Web basata su blockchain e criptovalute).

Da questo punto di vista, il successo pluridecennale di Wikipedia continua a rappresentare un motivo di ottimismo. E un faro per chiunque confidi che la Rete torni a rappresentare quello spazio di libertà che ci aveva promesso di essere.