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La decisione del gip del tribunale di Potenza
Arrestato Vittorio Emanuele di Savoia
Corruzione e falso. Inchiesta su truffe, videogiochi e prostituzione. Arrestato sul lago di Lecco. Poi trasferito a Sud
STRUMENTI
Vittorio Emanuele di Savoia (Ansa)
Vittorio Emanuele di Savoia (Ansa)
POTENZA
- Inchiesta su truffe, videogiochi e prostituzione Arrestato sul lago di Lecco, poi trasferito al Sud Un viaggio attraverso l'Italia, da nord a sud, con una scorta tutta per lui che non lo perde mai d'occhio forse Vittorio Emanuele di Savoia se l'era immaginato tante volte quando era in esilio. Ma non un viaggio come quello che ha fatto ieri e stanotte dal Lago di Como fino a Potenza, con la scorta che effettivamente non lo ha mai perso d'occhio. Perché il viaggio, il principe lo ha cominciato con le manette ai polsi e lo ha concluso nel cortile del carcere, e la scorta erano gli agenti che nel pomeriggio lo avevano arrestato con una accusa pesante che gli muove la Procura del capoluogo lucano: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, al falso e allo sfruttamento della prostituzione. Il nome di Vittorio Emanuele è in cima a un elenco di tredici arrestati e altri undici indagati contenuti in un'ordinanza di oltre duemila pagine firmata dal gip di Potenza Alberto Iannuzzi che ha emesso i provvedimenti d'arresto su richiesta del pubblico ministero Henry John Woodcock. Da oltre due anni il pm sta conducendo un'inchiesta su una organizzazione di truffatori che è già sfociata in alcuni arresti poco più di un mese fa. Ma l'indagine si è sviluppata in più tronconi, e quello che ora vede coinvolto Vittorio Emanuele riguarda irregolarità nelle concessioni dei videogiochi utilizzati a Campione d'Italia. E sempre nella cittadina del casinò sarebbe stato organizzato il giro di prostituzione per il quale l'erede di casa Savoia è accusato.
GLI ALTRI — Con Vittorio Emanuele sono state arrestate altre 12 persone, sei delle quali hanno ottenuto i benefici della detenzione domiciliare. Tra loro il sindaco di Campione d'Italia, Roberto Salmoiraghi, e un altro nome di rilievo: quello del portavoce di Gianfranco Fini, Salvatore Sottile, al quale sono stati concessi i domiciliari, come a Giuseppe Rizzani, delegato dei Savoia per la Lombardia, in compagnia di Vittorio Emanuele quando è stato avvicinato dagli agenti all'imbarcadero di Villa Cipressi a Varenna. Tra gli altri destinatari delle ordinanze del gip due faccendieri arrestati lo scorso mese di maggio: Massimo Pizza e Achille De Luca. Entrambi erano già accusati di aver truffato numerosi imprenditori promettendo investimenti esteri ma appropriandosi in realtà del denaro che veniva loro affidato. E dal materiale raccolto durante quell'inchiesta, il pm Woodcock è risalito a una famiglia di malavitosi siciliani (alcuni dei quali fanno parte dei 13 arrestati) e ha quindi ricavato gli elementi per avviare l'indagine sui videogiochi e sulla prostituzione giunta ieri alla clamorosa svolta.
PEDINATO E FOTOGRAFATO — Fino a notte i legali dei Savoia non sono riusciti a ottenere informazioni relative alla posizione di Vittorio Emanuele. Uno degli avvocati milanesi che curano gli interessi della famiglia, ha provato a contattare il pm, ma telefonicamente il magistrato non ha ritenuto di spiegare le accuse che vengono mosse al principe. Secondo quanto filtra dal riserbo delle indagini, sembra però che Vittorio Emanuele fosse da tempo nel mirino degli investigatori, che lo hanno pedinato e fotografato, soprattutto nei suoi frequenti spostamenti attraverso il traforo del Monte Bianco, dove, secondo i magistrati, poteva contare sulla compiacenza di un funzionario doganale finito anche lui sotto inchiesta. Molti di questi viaggi (da uno dei quali Vittorio Emanuele tornò portando con sé una carabina) sarebbero da ricollegare, sempre stando a quanto emerge dalle indagini, all'illecito giro di videogiochi e anche allo sfruttamento della prostituzione. Un aspetto, questo, che vedrebbe il principe con un duplice coinvolgimento: organizzatore a beneficio di facoltosi clienti che frequentavano il casinò, e lui stesso fruitore, con incontri che si sarebbero però svolti solitamente in Svizzera o in Francia.

DA VARENNA A POTENZA — L'arresto di Vittorio Emanuele è avvenuto senza grande clamore, nonostante la presenza di numerose persone. Gli agenti lo hanno avvicinato e lo hanno informato del provvedimento a suo carico. Poi il principe è stato portato via e poco dopo è cominciato il viaggio verso il carcere di Potenza. Vittorio Emanuele, senza giacca e con una camicia chiara, è stato fatto sedere sul sedile posteriore di un'autocivetta, una Punto grigia che sul tettuccio aveva il lampeggiatore lasciato però spento. Il poliziotto che lo accompagnava si è sistemato avanti, accanto all'autista. L'auto ha viaggiato scortata da una seconda vettura civile, una Fiat Bravo rossa, sulla quale c'erano altri due agenti. Solo a tarda notte l'arrivo a Potenza.

Fulvio Bufi
17 giugno 2006