Gruppo d'Appoggio all'Islam e i Musulmani

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Gruppo d'Appoggio all'Islam e i Musulmani
(AR) جماعة نصرة الإسلام والمسلمين
Flag of Jihad.svg
Bandiera utilizzata nella lotta armata della Jihad
Attiva1 marzo 2017 - in attività
NazioneMali Mali
Burkina Faso Burkina Faso
Niger Niger
ContestoIstituzione di un califfato governato dalla sharia
AlleanzeAl-Qaida nel Maghreb islamico
Componenti
Componenti principaliAmadou Koufa
Abou Hassan al-Ansari
Ba Ag Moussa
Djamel Okacha
Iyad Ag Ghali
Mokhtar Belmokhtar
Sedane Ag Hita
Attività
Azioni principaliguerriglia
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Il Gruppo d'Appoggio all'Islam e i Musulmani[1], anche conosciuto come Fronte d'Appoggio all'Islam e i Musulmani (in arabo: جماعة نصرة الإسلام والمسلمين‎, 'Jamāʿat nuṣrat al-islām wal-muslimīn') o Jama'at Nasr al-Islam wal Muslimin (JNIM) è un'organizzazione militare e terrorista di ideologia salafita jihadista. È stato creato l'1 di marzo del 2017 durante la guerra in Mali dalla fusione di altri gruppi terroristici regionali come Al Murabitun o AQMI e si riconosce sotto l'ala e bandiera dell'organizzazione terrorista Al-Qaeda[2].

Nel 2019 era diretto da Iyad Ag Ghali e contava[3], secondo stime del giornale francese Le Figaro, con un totale di 2000 combattenti[4]. Secondo l'Istituto degli Studi di Sicurezza dell'Africa (ISS Africa), il gruppo terrorista si autofinanzia attraverso il traffico di armi, il bracconaggio, l'esazione del pizzo e l'estrazione dell'oro dalle miniere della zona[5].

Dal 5 settembre del 2018 è considerato come un'organizzazione terrorista dal dipartimento di Sicurezza degli Stati Uniti.

Il 26 d'aprile del 2021 il gruppo è diventato tristemente noto per l'omicidio del giornalista spagnolo David Beriáin, del fotografo spagnolo Roberto Fraile e del cittadino irlandese Rory Young.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marta Summers Montero, Enfrentamientos entre JINIM y EIGS. Cambios en el equilibrio terrorista en el Sahel (PDF), su ieee.es.
  2. ^ Trois groupes terroristes du Sahel créent une alliance sous la bannière d’Aqmi | Info & Actualités depuis 2007, su web.archive.org, 6 marzo 2017. URL consultato il 15 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2017).
  3. ^ (FR) Pierre Alonso, Au Mali, l'armée française tue un «historique» d'Al-Qaeda, su Libération.fr, 22 febbraio 2019. URL consultato il 9 giugno 2020.
  4. ^ (FR) Adam Arroudj, Sahel: la reddition d'un chef d'Aqmi affaiblit les djihadistes, su Le Figaro.fr, 19 agosto 2018. URL consultato il 9 giugno 2020.
  5. ^ (FR) Invité Afrique - Sahel : «Aujourd'hui, les jihadistes se financent localmente», su RFI, 11 dicembre 2019. URL consultato il 9 giugno 2020.