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"La Lega vuole limitare il diritto all'aborto": rivolta a Verona contro una mozione in Consiglio

"La Lega vuole limitare il diritto all'aborto": rivolta a Verona contro una mozione in Consiglio

Nel Comune di cui il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana è stato vicesindaco due progetti hanno provocato lo sdegno di associazioni e cittadini

ROMA - Una mozione e due progetti per sostenere la maternità diventano, a Verona, un caso politico. Perché i firmatari lo collegano al concetto di "prevenzione dell'aborto", scelta che da molti è stata vista come un tentivo di limitare il diritto garantito dalla legge 194, proprio nell'anniversario dei quarant'anni dalla sua approvazione

In consiglio comunale a Verona, città di cui il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana è stato vicesindaco, è stata messa in discussione la mozione n. 434 dal titolo "Iniziative per la prevenzione dell'aborto e il sostegno alla maternità nel 40° anniversario della Legge n. 194/1978". Primo firmatario della mozione è il leghista Alberto Zelger e anche il sindaco Federico Sboarina la sostiene.

Nel testo si trovano due proposte che - se non viste come un attacco ai diritti - potrebbero ottenere ampio sostegno, ma che nella loro formulazione e ispirazione attuale hanno provocato l'indignazione di associazioni e cittadini: il progetto Gemma offre alle mamme un sostegno economico che "può consentire di portare a termine con serenità il periodo di gestazione" e il progetto Culla segreta, per favorire le adozioni in anonimato dei bambini che altrimenti verrebbero abortiti.

Contro la mozione si è scagliata in particolare la piattaforma "Non una di meno", che ha lanciato un tweet storm, ovvero una tempesta di tweet con l'hashtag #194nonunpassoindietro per ribadire che sull'aborto la prima e l'ultima parola spetta alle donne.
"Fermiamo il tentativo di riportarci a tempi bui - ha scritto la deputata del Pd Alessia Rotta - stupisce, poi, che si chieda di proclamare Verona 'città a favore della vita'".

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Mario Calabresi Sostieni il giornalismo Abbonati a Repubblica
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