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Iraq, condannato a morte
l'ex rais Saddam Hussein
L'urlo in aula: "Dio è grande"

Condanna a morte per Saddam Hussein. Lo ha deciso l'Alta corte irachena che stamattina ha emesso le sentenze del processo contro l'ex dittatore e altri sette imputati per crimini contro l'umanità. Scatta la procedura di appello, esecuzione rinviata. Pena di morte anche per Amed al-Bander, ex capo del tribunale rivoluzionario e per Barzan al Tikriti, fratellastro di Saddam Hussein. Ergastolo per l'ex vice presidente Ramadan. Colpi di mortaio nel quartiere sunnita di Badgad. A Tikrit striscioni contro il tribunale "schiavo degli Usa". Stato di allerta in tutto il paese. Il premier iracheno Al Maliki: "E' la fine di un periodo nero. Ora un Iraq democratico e libero"


La presidenza di turno finladese dell'Unione europea ha esortato il governo iracheno a non eseguire al condanna a morte contro Saddam Hussein. "L'Unione europea è contraria alla pena capitale in tutti i casi e in qualsiasi circostanza e ritiene che anche in questo caso non debba essere eseguita", si legge in un comunicato della presidenza

"Nessuna vendetta contro gli invasori": dopo la lettura della sentenza con cui è stato condannato a morte, Saddam Hussein, tramite il suo legale, ha rivolto un appello agli iracheni perchè non cedano alla violenza settaria che da mesi sconvolge l'Iraq

La sentenza contro Saddam Hussein rende giustizia alle vittime dei crimini contro l'umanità commessi dal rais iracheno, anche se non bisogna dimenticare la posizione nota dell'Ue contro la pena di morte, ha detto il premier belga Guy Verhofstadt. "Ora bisogna sperare che questa decisione non provochi una nuova escalation di violenze e che la situazioni continui verso una pacificazione", ha detto ancora

L'applicazione della condanna a morte decisa oggi nei confronti di Saddam Hussein avrebbe "conseguenze catastrofiche per l'Iraq, già sull'orlo della frantumazione", ha detto il presidente della commissione Esteri del Parlamento russo, Konstantin Kosaciov, in un'intervista alla radio 'Eco di Mosca'

"La Repubblica islamica dell'Iran accoglie favorevolmente la condanna a morte", ha detto il portavoce del regime degli ayatollah Mohammad Ali Hosseini. "Anche se Saddam e i suoi complici sono gli agenti che hanno perpetrato questi crimini, non possiamo dimenticare i protettori occidentali di Saddam, che, sostenendolo, prepararono il terreno per l'attuazione dei suoi crimini", ha aggiunto ancora

La sentenza di condanna a morte dell'ex presidente iracheno, Saddam Hussein, "accrescerà il caos in Iraq ed è un messaggio per gli altri dirigenti arabi" ha detto il numero due dell'organizzazione dei Fratelli musulmani, Mohamed Habib, secondo il quale "questa sentenza renderà la resistenza, soprattutto sunnita, estremamente violenta e accentuerà il bagno di sangue in Iraq"

Il verdetto su Saddam Hussein "è la prova assoluta che in Iraq vi è un sistema giudiziario indipendente", ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Tony Snow, alla televisione americana Nbc

Il movimento islamico palestinese di Hamas si è oggi rammaricato per la condanna alla pena capitale inflitta all'ex presidente iracheno Saddam Hussein. Secondo Hamas, Saddam è stato sottoposto a un processo ingiusto, che si è svolto "sotto occupazione americana", nel quale sono stati adottati due pesi e due misure

Il presidente iracheno Jalal Talabani non ha voluto commentare la condanna a morte di Saddam Hussein, ma per bocca di un portavoce ha difeso l'indipendenza dei giudici. "Il presidente ritiene che il tribunale sia indipendente e che il processo sia stato giusto, nel rispetto della legge", ha riferito il capo di gabinetto di Talabani, Kamran al Karadaghi. Il capo dello stato, curdo, ha preferito non rilasciare dichiarazioni "perché qualsiasi commento potrebbe essere giudicato un'interferenza con la corte", ha spiegato Karadaghi

Louise Arbour, responsabile per le Nazioni Unite della tutela dei diritti umani, ha chiesto che Saddam Hussein non sia giustiziato. La Arbour ha sollecitato una moratoria delle esecuzioni e un processo d'appello equo per l'ex presidente iracheno. "Un appello credibile è parte essenziale delle garanzie processuali", ha dichiarato in una in una nota. "Quanti sono stati condannati oggi dovrebbero avere la possibilità di far ricorso a ogni strumento legale in modo giusto"

"Un giorno positivo per gli iracheni": così la Casa Bianca ha commentato il verdetto contro l'ex rais Saddam Hussein pronunciato oggi

La Francia "prende atto" della condanna a morte pronunciata contro Saddam Hussein e spera che "questa decisione non provochi nuovi tensioni in Iraq". Lo ha dichiarato il ministro degli esteri Philippe Douste-Blazy, ricordando anche la posizione della Francia "e dell'Unione Europea" ostile alla pena di morte, "una posizione costante - ha osservato ancora - per la sua abolizione universale"

"Osservo in primo luogo che si tratta di una decisione assunta da un organo giudiziario in un paese che ha un governo e un parlamento eletti democraticamente, e che quindi decide autonomamente anche sulla propria legislazione in materia penale", ha detto il ministro degli Esteri Massimo D'Alema.

"E' evidente che la condanna per chi si è macchiato di orrendi crimini contro l'umanità deve essere netta, severa e inflessibile. Ciò premesso, da parte mia non posso che ribadire tuttavia la contrarietà dell'Italia alla pena capitale in ogni circostanza", ha detto ancora D'Alema.

"Credo inoltre che sia necessaria, in una fase molto delicata e critica della transizione democratica e della stabilizzazione in Iraq, una seria riflessione sulle conseguenze che l'effettiva esecuzione della sentenza potrebbe avere in termini di ulteriore aggravamento del clima di forte tensione e di scontro civile che dilania il Paese"

Il ministro degli Esteri e vicepremier Massimo D'Alema si è detto contrario alla pena di morte per l'ex leader iracheno Saddam Hussein

"L'esecuzione di Saddam e dei suoi sodali non vale una goccia del sangue di Sayyid Sadr, di Hakim o di tutti gli altri martiri", ha aggiunto. "I martiri iracheni ora hanno il diritto di sorridere", ha detto ancora il premier iracheno Al Maliki

Applausi e lacrime di gioia hanno accolto in Kuwait la notizia della condanna a morte per Saddam Hussein che con il suo esercito invase il paese 16 anni fa

"La condanna rispecchia il giudizio di tutte le comunità internazionali sul dittatore Saddam Hussein. Naturalmente questo non cambia il giudizio sulla guerra in Iraq ed è interessante vedere come la stessa comunità americana distingua tra la condanna a Saddam Hussein, per la quale è tutta unita, ed invece si distacchi sempre di più dalla guerra irachena": questo il commento del presidente del Consiglio Romano Prodi alla notizia della condanna del dittarore iracheno.

Prodi, da Bologna, aggiunge: "C'è poi una riflessione sull'esecuzione della condanna a morte. Ci sarà l'appello; ma per efferato che sia un delitto, la nostra tradizione giuridica e la nostra etica si allontanano dall'idea della pena di morte"

"Il verdetto di oggi rende giustizia alle famiglie di Dujail e a tutti quelli che hanno subito l'ingiustizia del dittatore", ha detto ancora il premier iracheno Al Maliki parlando alla televisione. "La condanna a morte segna la fine di un periodo nero della storia di questo paese e ne apre un altro, quello di un Iraq democratico e libero"

Il verdetto del processo contro Saddam Hussein segna la fine di un "periodo nero". Lo ha detto il premier iracheno Nouri Al Maliki in una conferenza stampa

"Giustiziare Saddam Hussein sarebbe un errore gravissimo, le cui conseguenze verrebbero pagate a caro prezzo e per lungo tempo", ha detto Emma Bonino, ministro per le politiche europee. "Noi radicali, con l'associazione 'Nessuno tocchi Caino' abbiamo lanciato e lanceremo un appello perchè sia risparmiata la vita a Saddam Hussein. Proprio a lui che l'ha tolta a tanti tanti altri, perchè se si è contro la pena di morte lo si deve essere anche adesso"

"Questo verdetto è illegale. Sappiamo che si tratta di un tribunale politico, costituito per ragioni politiche e per servire gli interessi americani. Per questo noi non potevamo aspettarci un verdetto legale ", ha detto alla tv satellitare Al Jazeera Bouchra Khalil, uno dei difensori di Saddam, che si trova ad Amman

La procedura d'appello contro la condanna a morte per l'ex rais iracheno Saddam Hussein partirà lunedì. Lo ha detto il giudice Raed Jouhi

Amnesty International critica duramente la sentenza contro Saddam Hussein: Il processo, si legge in un comunicato, avrebbe apportare "un importante contributo al ripristino della giustizia e del rispetto del diritto in Iraq", invece è stato "è un vergognoso affare, guastato da gravi lacune"

Poco dopo la lettura della condanna a morte dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein, migliaia di persone sono scese in strada questa mattina nella sua città natale di Tikrit, scandendo slogan contro il tribunale che lo ha processato e chiedendo vendetta. I manifestanti hanno dato alle fiamme vecchi copertoni in mezzo alle principali strade della cittadina e hanno innalzato grandi ritratti dell'ex rais, mentre le forze di sicurezza si tenevano a distanza. In molti hanno scandito slogan, accusando i giudici del tribunale di essere "schiavi degli americani" e di aver "tradito il popolo iracheno"

La condanna a morte di Saddam Hussein è una presa in giro della giustizia. Lo ha detto il collegio di difesa del deposto presidente iracheno. "Questa è una parodia della giustizia", ha dichiarato il legale Bushra al-Khalil da Amman, dove hanno fatto base i difensori di Saddam. E' un "verdetto che arriva da una corte finta e illegale creata dagli occupanti americani, che non avrebbe mai potuto assicurare un processo giusto"

"Saluto il fatto che Saddam Hussein e gli altri imputati siano finiti davanti alla giustizia e abbiano dovuto rendere conto dei loro crimini": così il ministro degli esteri britannico Margaret Beckett accolto la sentenza nel processo contro l'ex rais iracheno e altri sette coimputati per la strage di 148 sciiti nel villaggio Dujail

"Un tribunale di sciiti e curdi ha condannato a morte il sunnita Saddam. Non è neanche la giustizia dei vincitori sui vinti, è la vendetta delle vittime nei confronti del loro carnefice. Saddam diventa così il simbolo della pena di morte e vale anche per lui il nostro Nessuno tocchi Caino. Quindi Nessuno tocchi Saddam, il che non vuol dire la sua impunità ma la sua incolumità e il rispetto della sua dignità umana". Lo hanno dichiarato Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino e deputato della Rosa nel Pugno, ed Elisabetta Zamparutti, tesoriere di Nessuno tocchi Caino. "La comunità internazionale, a stragrande maggioranza abolizionista sulla pena di morte, e l'Unione Europea così impegnata nella ricostruzione civile e democratica dell'Iraq, si impegnino ora ad impedire l'esecuzione di Saddam Hussein", hanno detto ancora

L'ambasciatore degli Stati Uniti in Iraq Zalmay Khalilzad ha definito oggi "una tappa importante per l'Iraq" la condanna pronunciata dal tribunale penale iracheno ed ha invitato gli iracheni a "voltare pagina". In un comunicato l'ambasciatore ritiene che questo giorno segna "un nuovo passo verso la costruzione di una società libera fondata sul rispetto della legge"

"La condanna a morte per impiccagione di Saddam Hussein è legalmente giusta e giusto è che essa sia stata pronunciata. Sarebbe, però, un gravissimo errore politico eseguirla": lo afferma il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. "Uccidere Saddam - spiega il senatore a vita - ne farebbe forse un eroe tra gli arabi ma soprattutto per i sunniti di tutto il mondo, e aggraverebbe la guerra civile in atto tra gli sciiti che egli ha perseguitato e i sunniti che sotto la sua guida governavano l'Iraq".

Saddam Hussein i due coimputati al processo per al strage di Dujial condannati a morte non saranno giustiziati subito. Come prevede la legge irachena, in caso di pena capitale scatta automaticamente la procedura di appello. Una nuova corte di nove giudici valuterà i fascicoli processuali riguardanti l'ex presidente iracheno, il fratellastro Barzan al Tikriti e l'ex giudice Hawad Amad al Bandar. Se dovessero emergere irregolarità formali o sostanziali, sarà disposto un nuovo processo. In caso contrario, varrà il verdetto deciso dall'Alta corte e le condanne dovranno essere eseguite entro 30 giorni.

Non appena il giudice ha finito di leggere la sentenza per gli imputati del processo di Dujail, nell'aula dell'Alta corte di Baghdad si è levato un grido. "Lunga vita all'Iraq, lunga vita al popolo iracheno", è esploso Saddam Hussein. Tremante, l'ex presidente iracheno che per decisione dei giudici sarà impiccato, ha continuato a urlare "Dio è più grande degli occupanti" prima che quattro guardie lo trascinassero via con le mani dietro la schiena.

Il giudice del processo a Saddam Hussein e agli altri sette imputati Rauf Rashid Abdul Rahman ha lasciato l'aula del tribunale dopo la lettura della sentenza. Lo riferisce al Arabiya.

Saddam Hussein non era presente in aula durante la lettura della sentenza di condanna a morte

Diversi colpi di mortaio si sono abbattuti questa mattina sul quartiere Adamiya di Baghdad, a maggioranza sunnita, poco dopo la lettura della sentenza di condanna a morte dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein. Lo riferisce l'emittente Tv al Arabiya con una striscia in sovrimpressione in cui al momento non si aggiunge altro.

Barzan al Tikriti, fratellastro di Saddam Hussein, è stato condannato alla pena di morte per la strage di Dujail. Lo riferisce la tv Al Arabiya.

Saddam Hussein condannato a morte per impiccagione. La Corte ha confermato la richiesta del pubblico ministero. La giuria ha riconosciuto l'ex presidente iracheno colpevole di crimini contro l'umanità.

Pena di morte per Amed al-Bander. L'ex presidente del tribunale rivoluzionario è stato condannato all'impiccagione

Mentre a Baghdad e nelle province di Diyala, Salahaddin e Babel le autorità hanno imposto il coprifuoco, in altre città, in particolare a Najaf sono in corso questa mattina manifestazioni per chiedere che l'ex rais, accusato in questo processo di crimini di guerra e crimini contro l'umanita", sia condannato a morte.

L'ex vice presidente Taha Yassin Ramadan condannato all'ergastolo

Sono stati condannati a quindici anni di carcere tre ufficiali del Baath, il partito di Saddam Hussein.

L'ex ministro della giustizia Usa, Ramsey Clark, è stato espulso dal'aula dove stamane si è aperta l'udienza del processo a Saddam Hussein e a sette coimputati per la strage di 148 sciiti. Clark è parte di un collegio di difesa internazionale.

Un responsabile locale del Baath Mohammed Azzam al-Ali è stato assolto nel processo che vede imputato Saddam Hussein. Lo riferisce al Arabiya. Per Mohammed Azzam al-Ali il
pubblico ministero aveva chiesto il proscioglimento dall'accusa. L'uomo era il responsabile locale del partito Baath a Dujail, dove si consumò la strage di 148 sciiti nel 1982.

Bagdad è una città sospesa, deserta a causa del coprifuoco imposto dal govenro iracheno per motivi di sicurezza

E' attesa per questa mattina la sentenza del processo che vede imputato, per crimini contro l'umanità, l'ex rais Saddam Hussein. L'udienza dell'alta corte irachena è iniziata da pochi minuti. L'accusa ha chiesto la pena di morte per Saddam, ma anche per il capo dlel'intelligence Barzan al-Tikriti, per il vice presidente Taha yassin Ramadan e per il giudice Awad al-Bander.