TROISI, L' AMICO DI MARCELLO

ROMA - Marcello Mastroianni parla bene di Massimo Troisi, Troisi parla bene di Mastroianni, tutti e due parlano bene di Ettore Scola. E tutti e tre, da domani, si ritrovano a Civitavecchia per cominciare un' altra bella avventura di un film insieme. Titoli provvisori Conosci Civitavecchia? oppure Che ora è. E' la storia di una giornata in cui Troisi, che fa il militare dopo aver finito l' Università, riceve la visita di Mastroianni, il padre. Per Massimo Troisi è il film più difficile della mia carriera. Da una storia così non ci sono vie di mezzo: sarà un film bellissimo o pessimo. E' una giornata come poche altre, forse unica, che padre e figlio si trovano a vivere a Civitavecchia. Litigano, si scambiano rimproveri e affettuosità, vanno a trovare la ragazza del militare, riescono a superare piccoli pudori che altre volte li avevano bloccati. Ma sempre senza grandi interessi o entusiasmi. E confidarsi due o tre segreti non significa comunicare, scambiarsi qualche regalo o mostrare comune interesse per alcune piccole cose non significa diventare amici. Al termine della giornata non è nato un rapporto nuovo, sono solo accadute tante piccole cose, si è fatto qualche passo avanti per conoscersi meglio. La sceneggiatura è di Ettore Scola, ma c' è scritto che è ispirata da Marcello Mastroianni e Massimo Troisi. Mi sembra una cosa tenera, fa piacere un rapporto così affettuoso, dice Troisi. Il rapporto affettuoso è nato durante le riprese di Splendor ed ha coinvolto regista e attori. In particolare Mastroianni e Troisi hanno scoperto una straordinaria affinità, che Troisi spiega con toni affettuosi e pacati, con quel suo modo leggermente affaticato di esprimersi. Mi sento simile in quel modo di smitizzare il lavoro, di smitizzare se stesso. Da quando conosco Marcello, ho cominciato a volermi più bene. Se somiglio a uno che mi piace tanto, mi piaccio un po' di più. Sono più contento di difendere questo modo di essere schivo. Ad altri potremmo sembrare scorbutici, ma non è così. Ma non c' è niente di paterno nell' amicizia tra i due attori. Marcello è troppo affettuoso e comprensivo per essere un padre. Un padre è uno che ti stimola, ti sfida ad andare avanti. Il mio, è così. Secondo lui dovrei fare interviste tutti i giorni, andare sempre alla televisione, farmi vedere. Altrimenti la gente ti dimentica, dice. Invece Troisi, come Mastroianni, si sente a disagio nelle occasioni pubbliche o mondane. So che questo è un tempo di presenzialismo, si va avanti con le sicurezze e l' arroganza. Io sono fuori moda, e perciò esco poco. A me piacerebbe andare, parlare, dire cose polemiche, denunciare cose e persone che non mi piacciono, magari ricevere denunce e minacce. Invece oggi tutti parlano di tutto, ma nessuno parla mai male di nessuno. Le polemiche sono tutte finte. Non c' è più nessuno come Pasolini. Forse il mio sogno è essere come lui, o come Che Guevara, ma non è per me. Per pigrizia, o meglio per mancanza di energie. Benigni è uno che ancora dice le cose che sente, ma potrebbe farlo di più, lui le energie ce l' ha. Però non mi va neanche di cedere le armi. E scelgo di vivere a modo mio, di lavorare quando mi va, perché il cinema non è la prima cosa della mia vita. Mi piace sprecare il tempo. Ogni tanto dedico un po' della mia giornata a vergognarmi di essere così. La decisione di proporsi per un periodo soltanto come attore (Avevo in testa una storia da dirigere, una cosa sugli anarchici, ma ci ho ripensato) Troisi l' aveva in mente da parecchio. Ma c' è voluto Ettore Scola con Splendor perché si realizzasse. Cercavo l' incontro giusto, non solo dal punto di vista artistico, ma umano. Ho visto altri registi, ma si muovevano troppo. Potevano raccontare anche Ben Hur o Via col vento, però non stavano fermi un minuto, parlavano passeggiando, spostavano i portaceneri, tiravano fuori le chiavi dalla tasca. Tutti agitati. Il merito di Scola è stato quello di avermi raccontato la storia stando seduto. Ci siamo trovati subito sui ritmi giusti. Anche se per me e Marcello lui è anche troppo efficiente, viaggia, decide, si occupa di tante cose, non è uno frenetico, non ti comunica ansia. Lo sento vicino anche come regista, se sapessi fare la regia. Perché le insicurezze di Massimo Troisi come regista, sono ancora lì, anche se ne ho perso qualcuna. Non importa se i miei film sono piaciuti. Io di Ricomincio da tre salverei solo un quarto d' ora, degli altri magari venti minuti. Ma è naturale vedersi e criticarsi, a meno che uno non sia un genio. E io non lo sono, non impazzirò mai per me stesso come regista, forse non è il mestiere mio, mi costa sempre fatica. L' unica cosa che mi piace è dirigere gli attori. Credevo che, stando sul set con Scola, avrei potuto imparare qualcosa. Ma non è vero, quando giri non riesci a capire niente. Non si impara stando sui set con i maestri. Altrimenti Zeffirelli sarebbe diventato un grande regista. Dopo il progetto di Capitan Fracassa sempre con Scola (dovrebbe essere il capocomico) un prossimo film scritto, diretto e interpretato da Massimo Troisi è tutto da decidere. Sto pensando a una storia, ma è tutto troppo vago. Dove? Non lo so. Ho letto che sono andato in America a studiare l' inglese come Benigni e che voglio fare un film come lui. Ma non è vero. Ci aveva creduto anche mio padre. Lo chiamavo da Roma e lui pensava che fossi a Los Angeles o chissà dove. Ma mi ci vedete a fare la full immersion nell' inglese? Caso mai, ci sono altri paesi, con altri ritmi e altri tipi di società, magari certi paesi dell' Est, la Grecia o altri paesi più vicini, dove mi piacerebbe lavorare. Purché non sia necessario darsi troppo da fare.

di MARIA PIA FUSCO